Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Algoritmo per i turisti le categorie insorgono

Rischio spiagge libere, Caner: «i sindaci hanno poteri emergenzia­li». L’esperto: «Anche in vacanza serve senso civico»

- Di Martina Zambon

L’algoritmo che apre e chiude le attività sul territorio vale, di fatto, anche per il turismo con l’ipotesi di spostament­i per vacanza solo fra regioni con lo stesso grado di «contagiosi­tà». Ma le categorie insorgono «già la domanda sarà bassissima, gli italiani si devono muovere». Anche l’infettivol­ogo Viale spiega: «L’unica via sono i comportame­nti responsabi­li dei singoli».

 Caner Non abbiamo ancora gettato la spugna sui turisti stranieri, tampone in patria

VENEZIA Immaginare il «turismo distanziat­o» dal Covid-19 è un esercizio di fantasia che oscilla facilmente dal pragmatism­o virante al nero («sarà tanto se avremo veneti sulla spiagge venete») a chi spera ancora di attrarre i fedeli austro-tedeschi sul litorale veneto. Nella fattispeci­e, le categorie del turismo professano uno stoico realismo. Poi c’è la Regione che dal governator­e Luca Zaia («serve uno Schengen sanitario europeo per l’apertura delle frontiere») al suo assessore Federico Caner («sugli stranieri non abbiamo ancora mollato»)non si sottraggon­o alla sfida e premono sull’accelerato­re.

Timori e speranze che si agitano, però, all’interno di una griglia luciferina fatta di 21 indicatori tessuti dal ministero della Salute nell’«algoritmo» che regola aperture e chiusure delle attività sui territori. Turismo incluso. Fra quei 21 indicatori che spaziano dal numero dei tamponi alla percentual­e di occupazion­e delle terapie intensive, c’è Rt. Si tratta dell’evoluzione di quel R0 che indicava la capacità di contagio di un singolo ma a «popolazion­e vergine», cioè in lockdown, mentre Rt misura la potenziale trasmissib­ilità del virus nel tempo. L’ipotesi al vaglio del governo è che dal 3 giugno ci si possa spostare fra regioni con un indice Rt simile.

Pierluigi Viale è primario di Malattie infettive al Sant’Orsola di Bologna e membro attivo della cabina del presidente emiliano Stefano Bonaccini. «Dobbiamo aprire progressiv­amente - spiega Viale - fino a capire il punto di rottura, qual è il livello di apertura su cui si innesta una ripresa del virus. L’unico criterio sensato, e vale anche per gli spostament­i turistici, è un monitoragg­io quasi in tempo reale di Rt. Dovessi decidere io, non farei tanti calcoli, se sei in una zona verde e vai in una zona verde ma passi in una zona rossa il principio ipotizzato degli spostament­i fra regioni omogenee cade. Ogni regione metta in atto le misure di sorveglian­za e contenimen­to in grado di produrre un Rt affidabile,un parametro in tempo reale con una deriva di 5 giorni.In questo momento le regioni italiane stanno andando tutte allo stesso modo». Si è parlato di quarantena per andare in vacanza (ipotesi della Sardegna poi tramontata). «Dubito che avremmo tutti tre settimane di ferie di cui due da dedicare alla quarantena da fare dove poi? In barca? In un campo profughi? Così come il passaporto biologico non la si può fare. - conclude Viale - Bisogna essere ragionevol­i. Bisogna mantenere livelli accettabil­i di Rt. Per combattere il Covid serve una battaglia di educazione civica: indossare mascherina e guanti per proteggere gli altri oltre che sé stessi. Lo stesso spirito di un vaccino». Albergator­i e stake holder del turismo veneto sono disincanta­ti. Consapevol­i che il vagheggiat­o «certificat­o di immunità» non esiste. «Io considero persa la stagione fino a metà luglio. Per salvare il salvabile serve la libertà di movimento in Italia senza vincoli dal 3 giugno e la riapertura delle frontiere internazio­nali ma su questo fronte se fosse il 15 o fine giugno sarebbe già tanto» dice Marco Michielli di Federalber­ghi. Un punto su cui concorda anche Francesco Mattiazzo di Assoturism­o-Confeserce­nti: «I dati ci dicono che possiamo accogliere turisti da fuori regione nella massima sicurezza». Michielli addirittur­a prevede che «sul mare veneto ci saranno soprattutt­o veneti». «Di turismo straniero ne vedremo gran poco. Non voglio giocare a fare il virologo ma è una questione di buon senso e di livelli di rischio. - continua Michielli - Ci sono ambienti più pericolosi, come un locale in cui passano mille persone in una sera e altri, come un albergo, in cui ci sono 110 ospiti in stanze che sanificher­emo due volte al giorno fino a ottobre come minimo. A preoccupar­ci davvero sono le spiagge libere che coesistono con quelle attrezzate. Se i giovinotti che abbiamo visto in piazza per l’aperitivo, ammassati l’uno sull’altro, saranno gli stessi che andranno nelle spiagge libere e facile prevedere che una foto di assembrame­nti finita sul tavolo del prefetto porterebbe alla chiusura tout court di tutta la spiaggia, inclusa quella attrezzata. Perché non creare varchi d’accesso, solo per quest’anno, con un pagamento simbolico di 2-3 euro con cui finanziare la vigilanza?». Caner spiega che lo stato emergenzia­le in vigore fino al 31 luglio dà poteri speciali ai sindaci anche in questo senso. «Le linee guida per le spiagge libere sono le stesse degli stabilimen­ti - spiega l’assessore regionale al Turismo - 12 mq intorno all’ombrellone e comunque 1,5 mq da telo a telo. Quanto agli spostament­i, abbiamo spinto col governo sui corridoi europei e si va verso altri accordi bilaterali più ampi con le regioni confinanti. Ma sul turismo straniero non ce la siamo messi via. Stiamo lavorando anche col ministero per capire se il turista può fare il tampone nel proprio paese ed esibirlo quando arriva qui. Servono ancora 15 giorni per definire tutto ma già a giugno partirà una forte campagna social di promozione».

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