Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
«Danni dalla Pedemontana» e la Regione compra la casa
Pedemontana, la vicenda dei fratelli Zaupa. Avevano chiesto 750 mila euro di danni e lo stop dei lavori
VICENZA La battaglia dei fratelli Zaupa contro la Pedemontana arriva a una svolta. Avevano chiesto i danni per il rischio crollo della casa». La Regione la compra .
CORNEDO VICENTINO A inizio anno avevano portato le carte in tribunale, lamentando danni per 750 mila euro e chiedendo lo stop ai lavori della Pedemontana Veneta, con lo scavo della galleria Castelgomberto - Malo che era arrivato ad appena duecento metri da casa loro: un cantiere che, stando ad una loro perizia tecnica, visto che il tracciato doveva passare proprio sotto le loro proprietà, comportava «il rischio di crollo degli stessi immobili con evidente pericolo per i loro occupanti». Tre giorni fa i fratelli Silvano e Florindo Zaupa di Cornedo Vicentino hanno venduto la loro bifamiliare alla Regione Veneto. Alle due famiglie è stata data la possibilità economica di acquistare un’altra abitazione simile, liquidate inoltre «per il disagio» subito. Una cifra, quella ottenuta dagli Zaupa, che non è stata comunicata ma che, stando ad alcune indiscrezioni, supererebbe il milione di euro. Si è chiusa così, dopo «ampie e lunghe trattative» scrivono i fratelli in una nota alla stampa che ringraziano la vertenza con la società Pedemontana Veneta, iniziata appunto con un ricorso di denuncia nuova opera e danno temuto davanti al tribunale di Vicenza. Ai due padroni di casa era anche stato proposto di allontanarsi dall’immobile per sei mesi, il tempo di ultimare i lavori della galleria, una proposta che però avevano rifiutato. Ad assistere i due fratelli nella battaglia l’avvocato padovano Giorgio Destro, presente anche all’accordo definitivo siglato martedì nello studio di un notaio di Bassano, con il delegato del Consorzio stabile Sis, l’ingegnere Giovanni D’Agostino, e il direttore tecnico Pasquale Dolgetta. Ora gli Zaupa con le rispettive mogli avranno sei mesi per lasciare la bifamiliare «dove hanno trascorso una parte importante della propria vita» - scrivono - e che «rischia di essere gravemente danneggiato e resa inagibile dai lavori della galleria sotterranea»: per fine novembre dovranno sgomberare l’immobile di via Cracchi e le pertinenze, lì dove si erano già registrati dei cedimenti. Giusto un anno prima, a novembre 2019, dopo un incontro, avevano saputo «dalla documentazione fornita da Sis - così come avevano riportato in denuncia che la galleria doveva passere al di sotto delle loro proprietà». Esattamente «a 17 metri dalla loro casa e per almeno un terzo», terrorizzati dal fatto che già sul piano campagna si erano registrati avvallamenti e cedimenti. Compresa la voragine che si era aperta a novembre scorso a meno di duecento metri dalla bifamiliare: un cratere di 12 metri di profondità e 25 di ampiezza con Spv che rassicurava che «era tutto sotto controllo».