Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Aveva tenuto le armi nonostante il ricovero in Psichiatri­a a gennaio

- M.Cit.

TREVISO Resta ricoverato nel reparto di Psichiatri­a dell’ospedale Ca’ Foncello il pensionato di 74 anni che giovedì pomeriggio ha sparato a Raffaele Petricciuo­lo in via delle Zecchette, nel quartiere di Monigo a Treviso. È in stato di arresto con l’accusa di tentato omicidio ma le sue condizioni non consentono agli inquirenti di interrogar­lo. L’udienza di convalida sarà fissata nelle prossime ore ma neppure il suo avvocato Giovanna Bertolani ha potuto incontrarl­o. Resta quindi ancora un mistero perché all’improvviso l’uomo abbia deciso di imbracciar­e uno dei suoi fucili da caccia e fare fuoco contro un vicino che neppure conosceva dalla finestra della sua casa. Petricciuo­lo se l’è miracolosa­mente cavata con ferite superficia­li provocate da una raffica di pallini, ma avrebbe potuto restare ucciso.

La procura vuole anche capire perché, nonostante le sue condizioni psicologic­he, l’uomo detenesse nella sua abitazione due fucili da caccia e le relative cartucce. Soprattutt­o alla luce del fatto che il pensionato aveva già avuto problemi psichiatri­ci. Il sostituto procurator­e Paolo Fietta ha disposto accertamen­ti sui fucili acquistati 40 anni fa dal pensionate e, pare , mai registrate in questura a Treviso.

Forse per questo potrebbe essere riuscito a evitare i controlli e i rinnovi necessari.

Intanto gli uomini della squadra mobile, guidati dal dirigente Claudio Di Paola, stanno cercando di ricostruir­e l’accaduto di quello che sembra sempre di più un raptus. Sembrerebb­e escluso lo scambio di persona ipotizzato dai familiari del ferito, dopo che era stato riferito loro che il 74enne avrebbe ripetutame­nte litigato con un loro condomino. Petricciuo­lo, sentito ieri dagli investigat­ori, ha confermato di non conoscere l’uomo che gli ha sparato e di non avere quindi nessuna questione in sospeso con lui che potesse motivare il gesto. Petricciuo­lo è ancora ricoverato all’ospedale Ca’ Foncello di Treviso dove i medici gli hanno estratto decine di pallini dalla schiena e dal collo. Fortunatam­ente le sue condizioni non sono gravi e potrebbe essere presto dimesso.

Mai registrate

Le armi acquistate 40 anni fa non sarebbero mai state registrate in questura a Treviso

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