Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Atlantia, sui fidi torna lo scontro con il governo

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VENEZIA Il governo non dà ancora risposte, Autostrade per l’Italia non può più aspettare e, oltre al blocco degli investimen­ti previsti sulla rete, a meno della manutenzio­ne ordinaria, decide azioni legali contro lo stesso Esecutivo per «la tutela della società e del Gruppo, visti i gravi danni». Lo ha deciso ieri un cda straordina­rio di Atlantia, società che detiene l’88% di Aspi, riconducen­do la causa principale delle difficoltà nell’ottenere finanziame­nti all’articolo 35 del Decreto Milleproro­ghe. Vale a dire quella norma secondo cui, in caso di revoca delle concession­i, il valore di indennizzo dell’operatore viene calcolato non più sul valore delle infrastrut­ture esistenti (per Aspi 23 miliardi) ma sui beni immobili non ancora ammortizza­ti. Cioè, in questo caso, intorno agli 8 miliardi e dunque meno del debito. Condizione che nessun istituto di credito potrebbe considerar­e. Gli investimen­ti che Atlantia decide così di arrestare riguardano opere per 14,5 miliardi da qui al 2038 (di cui 1,6 miliardi già nel 2020), stabilendo anche che il finanziame­nto infragrupp­o ottenuto da Aspi dalla controllan­te sarà destinato solo a manutenzio­ni e interventi sulla sicurezza della rete. Questo mentre pure non si sblocca la linea di credito da 1,3 miliardi autorizzat­a nei mesi scorsi da Cdp. Intanto Edizione, la cassaforte di famiglia dei Benetton azionista di riferiment­o di Atlantia, ha chiesto alla Sace garanzie per 2 miliardi sia per Aspi (1,25) sia per Autogrill, Aeroporti di Roma e Benetton group, nell’ambito delle opportunit­à aperte dal decreto Liquidità per far fronte alle ricadute economiche dell’epidemia. Per il 2020 Aspi calcola perdite vicine al miliardo di euro.

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