Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Venusa il nuovo vino firmato Matteo Bisol e dedicato a Zanzotto

- Antonino Padovese

AVenezia nasce un nuovo vino con un nome che richiama il verso di uno dei più grandi poeti veneti del XX secolo, Andrea Zanzotto. Nel 1976, il poeta di Pieve di Soligo dava alle stampe il libro Filò per il Casanova di Fellini, dalla collaboraz­ione con Fellini, che usciva al cinema con la pellicola dedicata a Casanova interpreta­to da Donald Sutherland. Nel testo, che Einaudi ha ristampato nel 2012, a un anno dalla morte del poeta, Zanzotto scriveva un verso che richiamava l’amata Venezia: «Aàh Venessia, aàh Venissa, aàh Venùsia».

Così, quando il produttore di Prosecco Gianluca Bisol, arrivato nella laguna di Venezia con l’intenzione di recuperare vitigni dimenticat­i, ha prodotto un primo vino, si è ricordato dell’amico poeta e ha intitolato il vino Venissa. Nel 2010 ci fu la prima vendemmia della dorona, uva a bacca bianca che non mancava mai sulle tavole dei Dogi. Dieci anni dopo, nasce la sorellina di Venissa. E Matteo Bisol, figlio di Gianluca, che da anni segue i progetti in Laguna, per il nome ha tratto ispirazion­e dallo stesso verso di Zanzotto. Gli ha solo tolto la «i». «Venusa è un bianco fermo, in cui le uve, sempre di dorona, vengono lasciate macerare: per sette giorni, anziché i 30 di Venissa, le vinacce restano a contatto con il mosto nella fase di fermentazi­one. «E’ una tecnica che si usa più con i rossi – spiega Matteo Bisol – ma che in generale si utilizzava a Venezia, una città in cui c’erano tanti vigneti in laguna, ma in cui gli abitanti non avevano, come accade nelle città, le cantine sotto le case. La macerazion­e nasce come uno strumento per conservare meglio il vino ed evitare che vada a male». Se Venissa fa quattro anni di affinament­o in acciaio, Venusa ne fa due. «Era un’idea che avevamo in mente da tempo, quella di fare un’etichetta più versatile rispetto a Venissa, che resta un grande vino da meditazion­e. Venusa può essere utilizzato per pesce e crostacei. Ma si adatta a tutta la cucina di tradizione veneziana», aggiunge Matteo Bisol. La vendemmia 2017 è nello shop online dell’azienda e Venusa viene proposto ai ristoranti veneziani che stanno riaprendo dopo il lockdown. Del primo anno sono state prodotte 1.400 bottiglie, col progetto di arrivare a diecimila. Sono ricavate dai vigneti della tenuta di Mazzorbo e dell’isola de Pra’, che si trova di fronte. Viene proposto a 40 euro la bottiglia mentre la sorella più anziana, Venissa, costa 160. Come Venissa, anche Venusa ha un fratello: è Venusa rosso, 80 per cento Merlot e 20 per cento Cabernet Sauvignon.

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Creativo Matteo Bisol figlio di Gianluca della celebre dinastia del vino

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