Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Viaggi, gli agenti protestano: «Non si lavora»
VENEZIA Per loro il lockdown non è mai finito. O meglio, quanto a riaprire l’attività molti hanno riaperto il 18 maggio, certo, ma per quali clienti? A qualcuno di voi è forse venuto in mente, in quest’ultimo periodo, di prenotare un viaggio o noleggiare un bus turistico? La risposta, invariabilmente, è no: a oggi, come tutti sappiamo benissimo, non è neppure consentito uscire dai confini della propria regione.
Per questo i titolari di agenzie di viaggio, promotori di tour operator e noleggiatori di mezzi turistici sono, di fatto, ancora bloccati dalla pandemia. E si sentono l’anello debole di una catena, quella dell’industria turistica, che già sta pagando un conto salatissimo al Covid-19. In più di duecento, ieri mattina, si sono autoconvocati davanti al palazzo della Regione a Santa Lucia, Venezia, «armati» soltanto del più riconoscibile degli strumenti del mestiere, un trolley. Insieme hanno dato vita a un movimento spontaneo - «autonomo» è il nome che si sono dati -, nato dalla condivisione dei problemi che affliggono gli addetti ai lavori: «Tutte le possibili destinazioni sono ancora chiuse spiega la referente regionale del movimento, Alice Girardi - e noi, pur avendo riaperto le porte delle agenzie, non possiamo vendere nulla, poiché non abbiamo nessuna linea guida. Oltretutto, per ora non abbiamo ricevuto alcun aiuto tangibile, perciò chiediamo alla classe politica che ci governa di esaminare in modo approfondito le istanze del mondo dei viaggi. Non vogliamo un’elemosina, chiediamo di lavorare e di avere gli strumenti per poterlo fare».
Un messaggio consegnato ieri mattina anche ai dirigenti della struttura regionale, che hanno ricevuto una delegazione di manifestanti. La richiesta, esplicitamente notificata alla Regione, è stata quella di istituire un vero e proprio tavolo di crisi per queste categorie di operatori turistici, visto che i 25 milioni di euro messi finora sul piatto dal Decreto Rilancio del governo, a conti fatti, non potranno bastare per tutti: urge un intervento migliorativo e, soprattutto, capace di raggiungere una platea molto più ampia di soggetti interessati. Nel frattempo, dopo l’esordio di ieri a Venezia, si parla già di una manifestazione nazionale per il 4 giugno, in piazza del Popolo a Roma.