Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Filippini, Palazzi, Menegaldo: l’addio ai tre ambasciatori della ristorazione In un mese scomparsi alcuni pilastri della cucina. L’eredità in mano ai figli
TREVISO Il profumo della cucina c’è ancora. I fuochi si accendono, i forni si scaldano, i tavoli sono addobbati per le cene più prelibate. Ma nei locali trevigiani, in quelle che per molti diventano delle seconde case di affetto e golosità, mancheranno i «signori» della ristorazione, tre maestri che nell’ultimo mese hanno lasciato famiglie, amici e clienti in un grande vuoto di dolore.
Prima Arturo Filippini, fondatore del marchio Toulà e del ristorante Da Alfredo in via Collalto, nel pieno centro storico di Treviso, poi Tonino Palazzi, volto storico del Terme di Vittorio Veneto. E nei giorni scorsi Gianfranco Menegaldo, titolare del celebre ristorante di Pralongo di Monastier, nato osteria e negozio di alimentari e diventato, nel corso degli anni, una meta irrinunciabile degli itinerari del gusto per gli amanti del pesce. Appassionato del ciclismo ma soprattutto dei prodotti perfetti, scelti con cura, serviti con passione.
Menegaldo è morto mercoledì scorso, a 82 anni, all’ospedale di Dolo dove combatteva una malattia scoperta di recente, il funerale sarà celebrato domani.
È un terzetto di vite straordinarie quello che viene raccontato dai lutti delle cronaterritorio. che, un tris d’assi che ha rappresentato un pezzo della storia della Marca: li piangono gli altri grandi della ristorazione, Celeste Tonon, Gigetto Bortolin, Andrea Procida, Egidio Fior, la generazione dei «veci», o comunque degli ambasciatori delle tradizioni gastronomiche della Marca trevigiana, che continua a tenere alto il nome della cucina del Filippini, Palazzi e Menegaldo, arrivati ormai alla soglia degli ottant’anni, avevano lasciato l’attività quotidiana ai figli o ai giovani, nuove energie pronte a raccogliere testimoni, raccomandazioni e suggerimenti preziosi, ma mai si erano allontanati davvero dal mondo che avevano sempre vissuto, da quei locali che avevano faticosamente lanciato, fatto crescere, visto diventare dei punti di riferimento in una provincia che ama volersi bene in cucina. Da Menegaldo, nel ristorante di Monastier, rimangono la moglie Bertilla e le figlie di Franco Patrizia, Rosanna e Stefania.
È difficile immaginare la Marca prelibata senza alcuni dei suoi «padri fondatori», ma la memoria è ciò che non muore. Il ristorante Da Alfredo ha aperto giovedì sera dopo i lunghi mesi di lockdown con i figli di Arturo Martina, Michela e Nicola che già l’avevano trasformato con un look più fresco e luminoso, senza mai venire meno agli insegnamenti del padre. Se l’è portato via il terribile Coronavirus, dopo tre settimane di una battaglia condotta con la forza e la pervicacia che sempre, il signor Filippini, aveva dimostrato. Lasciando nello sconforto una città che, quattro anni fa, aveva già pianto il fratello Pierino, anima dell’Incontro di Porta Altinia. Nei primi giorni i ragazzi hanno preferito dedicare silenziosamente il rientro al lavoro al papà scomparso, la cui mancanza è una ferita ancora profonda nel cuore della famiglia e dei tanti trevigiani che hanno trovato nei suoi locali un riparo sicuro. Ma assicurano che sarà organizzata una grande festa per Arturo, per brindare alla sua vita, non alla sua morte. Per ricordare cos’è stato e rendere omaggio a uno degli uomini che hanno fatto grande la cucina trevigiana in Italia e nel mondo.