Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Virus e Arma: tutti gli interventi
Festa dei carabinieri: 56.740 chiamate durante l’emergenza sanitaria
TREVISO L’Arma dei carabinieri ha celebrato ieri il 206esimo anniversario di fondazione con una cerimonia a Palazzo Zuccareda che quest’anno è stata inevitabilmente condizionata dall’emergenza sanitaria. E che si è tenuta alla sola presenza del comandante provinciale colonnello Gianfilippo Magro e del prefetto, Maria Rosaria Laganà.
Cerimonia che è stata l’occasione per tracciare il bilancio dell’attività del 2019 e dei primi mesi del 2020 caratterizzati dall’epidemia, che ha visto in prima linea gli uomini dell’Arma, non solo nei servizi di controllo del rispetto delle norme.
Ma anche come fonte di informazioni per i cittadini preoccupati.
Nei mesi critici di marzo, aprile e maggio sono infatti state 56.740 le chiamate al 112. Nel corso dell’anno le varie stazioni e i reparti hanno svolto 81.100 servizi preventivi e perseguito 24.130 delitti, per un totale di 6.375 persone e 565 arresti. Intenso l’impegno contro la violenza di genere, anche con l’apertura di una sala dedicata alle donne vittime di violenza, nella caserma di Vittorio
Veneto. Molte le operazioni delle compagnie di Treviso, Castelfranco Veneto, Conegliano, Montebelluna e Vittorio Veneto per il contrasto allo spaccio delle sostanze stupefacenti. Due le bande di giostrai specializzate negli assalti esplosivi ai bancomat, disarticolate dal nucleo investigativo di Treviso.
E ancora: tanti interventi anche dei carabinieri dei Nas e del nucleo ispettorato del lavoro che ha scoperto due casi di caporalato a Cessalto e Roncade. Ricordati episodi che hanno visto carabinieri liberi dal servizio soccorrere cittadini in difficoltà. Come il vice brigadiere Stefano Golfetto che a Spresiano ha bloccato un rapinatore che minacciava con un’arma la cassiera.
«Gli episodi di coraggio dei nostri carabinieri – commenta il colonnello Magro -, rappresentano lo spirito di servizio e il senso del dovere dell’Arma per la comunità e raccontano una quotidianità intensa ricambiata dall’affetto dei trevigiani che anche nei mesi dell’emergenza Covid hanno espresso la loro vicinanza ai militari con gesti di solidarietà».