Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Il montacarichi precipita: capo staff ucciso al ristorante
Tragedia a Zurigo, vittima Emilio Sacchet. Padrin: «Sconvolti»
LONGARONE Una vita guidata dalla sua passione più grande, la gastronomia, e spezzata proprio nel lussuoso ristorante svizzero dove un anno fa aveva cominciato a lavorare come responsabile di eventi. Emilio Sacchet, 52enne originario di Longarone, è morto la scorsa notte sotto il peso di un montacarichi che, per cause in corso di accertamento, gli è piombato addosso.
Stando alla prima ricostruzione dei fatti sembra che un cavo abbia ceduto, facendo crollare il macchinario sopra l’uomo e non lasciandogli scampo. Sul caso indaga la Procura di Zurigo. «È una giornata molto triste - ha commentato ieri il presidente della provincia e sindaco di Longarone Roberto Padrin – Emilio era un vulcano di idee e di entusiasmo, un milanista doc. Io e lui siamo cresciuti insieme e ci conoscevamo da una vita». A stringersi nel dolore è una comunità intera.
Emilio Sacchet tornava spesso a Longarone per ricongiungersi con amici e parenti dato che il lavoro da gelataio l’aveva spinto a varcare i confini nazionali. Dopo diversi anni in gelateria si era specializzato nella ristorazione riuscendo, infine, a farsi apprezzare a Zurigo dove era stato assunto nel prestigioso ristorante «Zunfthaus Zur Waag» in pieno centro cittadino. «Insieme al suo team di assistenti per banchetti - si legge nel sito del locale - il nostro amichevole italiano dal Veneto si occupa del regolare flusso di servizi e del benessere dei nostri ospiti durante le numerose feste private e gli eventi aziendali».
Una passione grande, quella per la gastronomia, che traspare anche dalla frase che aveva scelto come cornice alla sua foto pubblicata dal ristorante svizzero: «I can’t imagine a life without gastronomy» («Non riesco a immaginare la mia vita senza cucina»). Emilio Sacchet aveva due figli, avuti da due donne diverse, e la sua vita ormai era a Zurigo.
Durante le vacanze tornava nel Bellunese per incontrare i genitori, Edo e Rita, e il fratello Alessandro, nota figura del capoluogo di provincia per l’incarico di presidente dell’Ordine degli Architetti di Belluno che ha ricoperto per otto anni dal 2009 al 2017.
Il cuore di Emilio non batteva solo per la cucina. Un altro suo grande tormento era rappresentato dalla squadra del Milan che, quando poteva, andava a vedere allo stadio insieme all’amico Roberto Padrin. «Ciao Emilio - ha scritto il sindaco di Longarone -, grazie per aver condiviso con me tanti momenti di festa e per avermi fatto capire che la vita va vissuta in ogni sua parte. Ci mancherà la tua risata, il tuo stare in compagnia, ci mancheranno le nostre gite a Milano a tifare la nostra squadra del cuore. Te ne sei andato troppo presto, ma sappi che ti abbiamo apprezzato e voluto bene».