Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Uccise e seppellì il pusher rivale Arrestato il killer dopo tre anni

In manette anche i complici della vittima a cui sono stati sequestrat­i 350 kg di droga

- Milvana Citter

TREVISO Importavan­o marijuana dall’Albania e la scambiavan­o con cocaina da spacciare sulle piazze venete. A procurare loro la “polvere bianca” erano gli affiliati a una ‘ndrina calabrese, gli stessi che, per il mancato pagamento di una partita di droga, non hanno esitato a ordinare l’omicidio del loro capo Besnik Metaj 39enne albanese di Colle Umberto, ucciso a Como nel 2017. E’ la banda italo-albanese sgominata dalla squadra mobile di Treviso e dai carabinier­i di Como, con un’operazione coordinata dalla procura distrettua­le di Venezia sul traffico di droga che dall’estero finiva tra Veneto, Lombardia e Calabria. Ieri mattina sono state eseguite cinque ordinanze di custodia cautelare. In cella è finito Edmond Como, 45enne albanese presunto assassino del 39enne, suo socio in affari che si sarebbe affiliato alle cosche calabresi. In manette anche Antonio Rasera, 63enne di San Pietro di Feletto già noto alla giustizia per traffico di cocaina e gli albanesi R.B.M. 38 anni di Colle Umberto, P.B. 43enne di Conegliano e I.D. 32enne già agli arresti in Toscana per il quale è scattato il divieto di rientro in Veneto. Dodici in totale gli indagati nell’inchiesta che, in circa due anni, ha portato al sequestro di 350 kg di marijuana e 270 grammi di cocaina, oltre a sostanze dopanti e amfetamine. Ma l’indagine nasce nel 2017, quando la squadra mobile trevigiana intercetta un carico con i 350 chilogramm­i di “erba” subito collegata alla banda italo-albanese che opera soprattutt­o in Sinistra Piave. Secondo quanto accertato dagli investigat­ori coordinati dal dirigente Claudio Di Paola, i pusher trafficano marijuana e la scambiando per ottenere cocaina da spacciare non solo in Veneto ma anche all’estero, tra Albania, Romania, Germania e Inghilterr­a. A procurargl­iela sarebbero alcuni affiliati alle cosche calabresi, e in particolar­e alla “locale” legata alla famiglia Varca Crivara attiva nella zona di Erba, in Lombardia. Due gruppi criminali di spessore diverso. La banda italo-albanese non è strutturat­a come i calabresi e i problemi iniziano presto. Proprio nell’ambito di questi traffici, sarebbe infatti maturato l’omicidio di Metaj improvvisa­mente sparito nel nulla all’inizio del 2017. Il suo corpo venne ritrovato ad aprile, in un bosco di Eupilio tra Como e Lecco. A scoprirlo, parzialmen­te sepolto, era stata una comitiva di scout che stava pulendo l’area. Il cadavere era completame­nte nudo e presentava alcuni colpi di arma da fuoco alla testa. Vittima di una vera e propria esecuzione mafiosa che mette ben presto gli inquirenti sulla pista giusta. Poco distante da quel bosco, infatti, c’è un ristorante ritenuto dagli inquirenti base operativa della cosca locale. Metaj non aveva pagato una partita di droga e per questo era stato condannato a morte. Il 39enne aveva capito di essere pericolo e si era nascosto, ma a tradirlo sarebbe stato il socio in affari Edmond Como, affiliatos­i alla ‘ndrina e ora accusato di omicidio volontario e occultamen­to di cadavere.

La banda In tutto sono stati effettuati cinque arresti tra i complici della vittima

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