Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Anche la giunta Conte ci prova: un concorso di idee per il Prato
La piazza sul Sile di Fiera è uno dei nodi irrisolti della politica locale trevigiana
TREVISO Forse si parte, o almeno ci si prova. Per il momento è tutto solo nelle idee (di chi, ancora, non si sa) ma il Comune lancia un concorso per riqualificare il Prato della Fiera che interessi tutta l’area allargata fino alla grande viabilità di viale IV Novembre e strada Callalta, e che comprenda anche il Sile e viale Tasso, il tratto di Put che apre la camminata lungo il fiume verso la Restera, alla ricerca di una nuova vocazione che tenga conto del passato quanto del presente, della risorsa naturale e delle necessità urbane.
La proposta dell’ordine degli architetti, «inquilino» del prato, è stata approvata dalla giunta: per l’amministrazione non ci saranno costi, i professionisti copriranno tutti i costi. Diventa così un progetto a due: Comune e architetti per l’intero contesto urbano fra le due grandi e trafficate strada, la rete ferroviaria e l’elemento naturale del fiume, per una riqualificazione definita «coerente, coordinata e completa» a partire dalle necessità e dalla localizzazione di aree a servizio delle funzioni esistenti, per elaborare un piano generale di interventi.
Si tratta di un tema sensibilissimo in città, come testimoniano le molte tracce e i molti tentativi di firmare la “rinascita” del Prato, ma anche le molte polemiche, manifestazioni e gli eventi che si susseguono da tempo per chiedere una riflessione solida. Solo poche settimane fa un accumulo di materiale di cantiere lasciato incustodito per alcuni giorni (poi sanzionato dal Comune) ha fatto gridare allo scandalo i “puristi” del Prato della Fiera. È una delle aree della città sotto più stretta osservazione e in municipio provano a tirare le fila per arrivare a una proposta condivisa che tenga conto della vocazione storica del Prato, delle esigenze mutate del territorio e del contesto cittadino: «Grazie a questo concorso di progettazione – dice il sindaco Mario Conte – Prato della Fiera apre le porte a un nuovo percorso tecnico e amministrativo che, sulla scorta delle esperienze di sperimentazione avvenute, può dare nuovi impulsi sotto il profilo architettonico, ambientale, storico-artistico a un’area particolarmente importante della città». Anche la precedente amministrazione aveva avviato dei progetti di dialogo, progettazione partecipata e molto verde urbano, aprendo a un ripensamento della funzione del Prato. Fondazione
Benetton ha messo al lavoro sullo stesso luogo un team di professionisti qualche anno fa, arrivando anche a immaginare concretamente (con rendering e progettualità) quale forma potesse assumere in un futuro non troppo lontano, e anche lì c’era molto verde. Eppure rimangono paletti vincolanti per giungere a una revisione più ambientale e storica: mantenere un’area di sosta a sostegno dell’ospedale sull’altra sponda del fiume, prevedere la convivenza con le Fiere di San Luca nel periodo autunnale, garantire la fruibilità del parcheggio ai residenti e alle associazioni che hanno sede a Fiera, come architetti e ingegneri.
«Questa sfida richiede azioni intimamente correlate - chiude l’assessore all’urbanistica Linda Tassinari – come l’umanizzazione qualitativa degli spazi, il recupero della vocazione, la pedonalizzazione sostenibile, le funzioni che dovrà ospitare e il recupero urbanistico-ambientale, tenendo conto dell’importanza strategica del ruolo centrale di questo luogo».