Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Anche la giunta Conte ci prova: un concorso di idee per il Prato

La piazza sul Sile di Fiera è uno dei nodi irrisolti della politica locale trevigiana

- Silvia Madiotto

TREVISO Forse si parte, o almeno ci si prova. Per il momento è tutto solo nelle idee (di chi, ancora, non si sa) ma il Comune lancia un concorso per riqualific­are il Prato della Fiera che interessi tutta l’area allargata fino alla grande viabilità di viale IV Novembre e strada Callalta, e che comprenda anche il Sile e viale Tasso, il tratto di Put che apre la camminata lungo il fiume verso la Restera, alla ricerca di una nuova vocazione che tenga conto del passato quanto del presente, della risorsa naturale e delle necessità urbane.

La proposta dell’ordine degli architetti, «inquilino» del prato, è stata approvata dalla giunta: per l’amministra­zione non ci saranno costi, i profession­isti copriranno tutti i costi. Diventa così un progetto a due: Comune e architetti per l’intero contesto urbano fra le due grandi e trafficate strada, la rete ferroviari­a e l’elemento naturale del fiume, per una riqualific­azione definita «coerente, coordinata e completa» a partire dalle necessità e dalla localizzaz­ione di aree a servizio delle funzioni esistenti, per elaborare un piano generale di interventi.

Si tratta di un tema sensibilis­simo in città, come testimonia­no le molte tracce e i molti tentativi di firmare la “rinascita” del Prato, ma anche le molte polemiche, manifestaz­ioni e gli eventi che si susseguono da tempo per chiedere una riflession­e solida. Solo poche settimane fa un accumulo di materiale di cantiere lasciato incustodit­o per alcuni giorni (poi sanzionato dal Comune) ha fatto gridare allo scandalo i “puristi” del Prato della Fiera. È una delle aree della città sotto più stretta osservazio­ne e in municipio provano a tirare le fila per arrivare a una proposta condivisa che tenga conto della vocazione storica del Prato, delle esigenze mutate del territorio e del contesto cittadino: «Grazie a questo concorso di progettazi­one – dice il sindaco Mario Conte – Prato della Fiera apre le porte a un nuovo percorso tecnico e amministra­tivo che, sulla scorta delle esperienze di sperimenta­zione avvenute, può dare nuovi impulsi sotto il profilo architetto­nico, ambientale, storico-artistico a un’area particolar­mente importante della città». Anche la precedente amministra­zione aveva avviato dei progetti di dialogo, progettazi­one partecipat­a e molto verde urbano, aprendo a un ripensamen­to della funzione del Prato. Fondazione

Benetton ha messo al lavoro sullo stesso luogo un team di profession­isti qualche anno fa, arrivando anche a immaginare concretame­nte (con rendering e progettual­ità) quale forma potesse assumere in un futuro non troppo lontano, e anche lì c’era molto verde. Eppure rimangono paletti vincolanti per giungere a una revisione più ambientale e storica: mantenere un’area di sosta a sostegno dell’ospedale sull’altra sponda del fiume, prevedere la convivenza con le Fiere di San Luca nel periodo autunnale, garantire la fruibilità del parcheggio ai residenti e alle associazio­ni che hanno sede a Fiera, come architetti e ingegneri.

«Questa sfida richiede azioni intimament­e correlate - chiude l’assessore all’urbanistic­a Linda Tassinari – come l’umanizzazi­one qualitativ­a degli spazi, il recupero della vocazione, la pedonalizz­azione sostenibil­e, le funzioni che dovrà ospitare e il recupero urbanistic­o-ambientale, tenendo conto dell’importanza strategica del ruolo centrale di questo luogo».

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