Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Due incidenti, gravi tre operai folgorati
A Maser un ponteggio tocca fili dell’alta tensione, nel Veronese scivolata sui cavi
MASER Spostano un ponteggio che urta i fili dell’alta tensione. Gravemente ustionati i due fratelli imprenditori di Riese, Silvano e Mauro Pivato molto noti nell’ambiente calcistico locale.
Ma un altro trevigiano, un 49enne dipendente di una ditta edile, è rimasto folgorato mentre lavorava in un’azienda agricola a Caprino Veronese. Mentre effettuava una gettata di cemento, l’uomo è scivolato sulla gabbia elettrica.
VITTORIO VENETO A meno di un anno dal delitto, si apre oggi in tribunale a Treviso il processo a Patrizia Armellin e Angelica Cormaci per l’omicidio di Paolo Vaj, ucciso il 18 luglio 2019 a Vittorio Veneto.
Questa mattina la 56enne vittoriese e l’amica 24enne siciliana, compariranno davanti al gup Marco Biagetti che dovrà decidere sulla richiesta di rinvio a giudizio del pubblico ministero Davide Romanelli,
per le accuse di omicidio volontario premeditato, aggravato dalla minorata difesa della vittima, dal rapporto affettivo e di convivenza. Per Armellin c’è anche un’accusa di estorsione nei confronti dell’ex marito.
Ma le due sono pronte a dare battaglia. Accantonata la linea della legittima difesa: «L’ho ucciso perché era violento e picchiava Patrizia» aveva spiegato Angelica ai caA rabinieri, ora le imputate vogliono un rito alternativo che consenta loro uno sconto di pena in caso di condanna. Anche se, dopo la recente riforma, il rito abbreviato è escluso per l’accusa di omicidio volontario.
«Entrambe hanno problemi di natura psichiatrica – spiega l’avvocato Marina Manfredi che insieme alla collega Stefania Giribaldi difende le due donne -, come viene riconosciuto anche dagli inquirenti». Per questo hanno depositato una memoria di 26 pagine dove ripercorrono anche tratti salienti delle indagini dei carabinieri di Vittorio Veneto: «Sono gli stessi militari a descrivere le imputate e i loro comportamenti come disturbati. Più volte è usata la parola bipolari. È evidente che a fronte di simili considerazioni, le valutazioni di un esperto sono fondamentali».
sostenere l’esigenza di una perizia, per i difensori, anche il contesto degradato dove i tre vivevano nella casa di via Cal dei Romani. Immersi nel gioco di ruolo «Social life», fino a estraniarsi dalla realtà. Ruoli che per Angelica oggi sono ancora reali. Per lei Patrizia, amica conosciuta in chat è «mamy» e la giovane in carcere alla Giudecca da un anno sembra anche aver trovato il suo equilibrio. Lavora nel magazzino del carcere e può stare accanto a colei che considera la sua mamma e per la quale, secondo quanto ha dichiarato ai carabinieri, ha ucciso.