Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Electrolux, nuovo incubo contagi
Operaio positivo. I sindacati: «Chiudere e sanificare». Ma la Regione dice no
TREVISO Il focolaio all’Aia di Vazzola che cresce sopra quota 200, quello all’Electrolux di Susegana che rischia di ingrandirsi dopo il secondo positivo in pochi giorni e 30 operai in isolamento domiciliare.
Non c’è pace per la Marca. I sindacati, ora, chiedono di «sospendere l’attività lavorativa» nelle aziende in questione e sanificarle. Ma il governatore non è d’accordo: «Al momento non c’è motivo per arrivare a farlo».
TREVISO Il focolaio all’Aia di Vazzola che cresce sopra quota 200, quello all’Electrolux di Susegana che rischia di ingrandirsi dopo il secondo positivo in pochi giorni e 30 operai in isolamento domiciliare, quello nella casa di riposo Villa Tommasi di Spresiano, dove ieri un’anziana ospite è morta per le complicazioni dovute all’infezione da Covid. Proprio nel giorno in cui la Marca registra solo tre nuove positività (dopo settimane in cui si sono toccati picchi di 96 nuovi contagi) i delicatissimi fronti delle aziende e dei centri servizi mettono sull’attenti medici, sindacati e istituzioni.
Ieri mattina le Rsu di Electrolux hanno confermato che un collega è risultato positivo: un operaio si è sentito poco bene, aveva mal di gola e non riusciva a sentire il sapore del cibo. Dopo aver parlato con il medico aziendale si è sottoposto al tampone ed è stato messo in isolamento. È il secondo positivo in una settimana. «Ora si rischia nuovo cluster – dicono le rappresentanze interne -. Non aveva contatti conosciuti con potenziali positivi, non aveva rapporti con il cluster Aia, non rientrava dalle ferie. Un bel rebus. Sono stati sospesi in via precauzionale una decina di operai e figure tecniche, tutti inviati a fare il tampone, oltre ai venti già sospesi nei giorni scorsi».
La Fiom Cgil esprime preoccupazione e chiede di valutare la chiusura: «Servono sanificazione immediata dello stabilimento e applicazione scrupolosa del protocollo di sicurezza – afferma il segretario Enrico Botter -. Laddove la situazione dovesse peggiorare sarà necessario valutare la sospensione delle attività con buona pace dei volumi e del fatturato. La salute viene prima del profitto». Il segretario del Pd Giovanni Zorzi invece chiede di chiudere l’Aia di Vazzola: «È il focolaio più grande d’Italia, bisogna intervenire subito. I mattatoi sono luoghi a rischio in tutta Europa».
Non è d’accordo il governatore Luca Zaia che dà fiducia all’Usl 2: «Il piano di sanità pubblica è chiaro, fa test ai contatti, identifica e isola i positivi. I cluster aziendali fanno pensare che ci sia poca attenzione, anche nella vita privata, all’uso dei dispositivi di protezione. I focolai sono sotto controllo, per arrivare alle chiusure servono motivazioni che oggi non ci sono».
Nel quotidiano bollettino dell’Azienda Zero, Treviso purtroppo ha registrato il 334esimo decesso da inizio epidemia. Si tratta di una donna di 90 anni, già affetta da varie gravi patologie. Nei giorni scorsi all’interno dell’Rsa di Spresiano sono stati registrati 45 contagi (fra cui anche 12 operatori) e due ospiti sono stati portati nel reparto di malattie infettive del
Ca’ Foncello per ricevere cure più importanti. L’anziana non ce l’ha fatta, è morta ieri.
Il dg dell’Usl 2 Francesco Benazzi ha chiesto ai direttori e al personale addetto ogni precauzione per affrontare il virus, la task force dell’azienda sanitaria è a disposizione per ogni consulto.
Ma sui decessi per Covid nelle case di riposo potrebbe essere aperta presto un’altra inchiesta in procura. I familiari di un 96enne hanno infatti denunciato il Bon Bozzolla di Farra di Soligo perché non avrebbe adeguatamente vigilato affinché il contagio non si diffondesse tra gli ospiti. Contagio che, a detta dei familiari, avrebbe provocato la morte dell’anziano che era in buono stato di salute. In procura sono già stati aperti nove fascicoli per decessi sospetti avvenuti a Casa Fenzi di Conegliano e uno per il Cesana Malanotti di Vittorio Veneto. L’ipotesi di reato è di omicidio colposo a carico di ignoti.