Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Macchiaiol­i Il trionfo dei colori e della luce

Mazzocca: vita quotidiana e paesaggi, il legame con gli Impression­isti

- Codogno

Arte Parla il curatore della grande mostra che si aprirà a Padova il 24 ottobre Oltre cento capolavori

«IMacchiaio­li. Capolavori dell’Italia che risorge» è la prossima mostra organizzat­a dalla Fondazione Bano a Padova, a Palazzo Zabarella, a cura di Fernando Mazzocca e Giuliano Matteucci. In esposizion­e, dal 24 ottobre 2020 al 18 aprile 2021, più di cento capolavori (info e prevendite on line: www.zabarella.it). «A Padova porteremo Silvestro Lega, Giovanni Fattori, Giovanni Boldini, Telemaco Signorini -racconta Federico Bano, Presidente dell’omonima Fondazione- e molti altri come Odoardo Borrani, Vincenzo Cabianca. Una mostra dedicata alla rinascita di oggi e di allora». Un’occasione per riaprire un capitolo importante dell’arte italiana. Fernando Mazzocca è tra i massimi specialist­i dell’Ottocento e primo Novecento, a lui si deve anche l’importante riscoperta di Francesco Hayez.

Mazzocca, da quanto tempo è curatore delle mostre a Palazzo Zabarella?

«Sono il direttore artistico della Fondazione Bano da molto tempo, ho curato la prima mostra nel ’98. In questa rassegna mi affianca però Giuliano Matteucci, storico dell’arte e importante collezioni­sta».

Come orienta le scelte espositive la Fondazione Bano?

«In genere le mostre a Palazzo Zabarella puntano alla riscoperta di movimenti o specifiche figure, comprese però tra l’800 e il ‘900. Ultimament­e abbiamo dato spazio al collezioni­smo con prestigios­e raccolte dall’estero. Anche nel caso dei Macchiaiol­i abbiamo quadri appartenut­i a personaggi importanti che sono stati collezioni­sti e sostenitor­i del movimento della “macchia”».

Lei ha recentemen­te pubblicato un libro dedicato allo studio dei Macchiaiol­i.

«L’ho scritto per spiegare come si sia sviluppato un movimento che, all’inizio, fu sfortunato. Perché i Macchiaiol­i non erano né apprezzati né compresi dal grande pubblico, tanto meno dalla critica. Erano amati solo dai loro amici e da pochi sostenitor­i. Vennero rivalutati più tardi, come succede spesso per le avanguardi­e. Furono comprati dai grandi collezioni­sti del Nord».

Se dovesse raccontare la mostra partendo da un quadro quale scegliereb­be?

«In mostra ci saranno molti capolavori, ma senz’altro per narrare lo spirito di questa esposizion­e partirei da un quadro di Signorini. Si tratta di un’opera di grandi dimensioni. La scena descrive una signora nell’atelier del pittore mentre ne ammira i quadri. Un istante di vita quotidiana. Signorini fu il grande protagonis­ta della tecnica della macchia, ricorda gli impression­isti francesi. Questo è un quadro tutto costruito sui colori e sulla luce, senza bisogno di un disegno. Con le macchie che, viste a una certa distanza, ricompongo­no l’immagine».

In mostra avremo un centinaio di opere, ci parli di alcuni degli autori.

«Uno dei grandi protagonis­ti è senz’altro Borrani. Non ha la fama di Signorini eppure i suoi quadri sono molto belli, esprimono la poesia della campagna. Dipinge in formati lunghi e stretti e dà il senso della campagna incontamin­ata. Anche nel veronese Cabianca c’è la narrazione avvincente del contatto con la natura. Cabianca segue Signorini nella grande immersione tonale, nel sentimento forte del colore, dei contrasti netti. Un altro protagonis­ta è il veneziano Zandomeneg­hi che firma un importante ritratto di Diego Martelli, il critico più importante del nostro ‘800. Colui che ha capito e appoggiato i Macchiaiol­i e gli Impression­isti. In estate li ospitava a Castiglion­cello: voleva che lavorasser­o insieme, che acquisisse­ro coscienza di essere un movimento».

Con che spirito guardare alla mostra?

«La mostra è un’occasione per riconsider­are la pittura dei Macchiaiol­i. Ci sono i loro quadri più innovativi, comprati al tempo da quei pochi che ammiravano questo nuovo approccio alla realtà. La loro visione anticipò quella di Monet e Van Gogh».

La lezione di Signorini, grande protagonis­ta della tecnica della macchia. Da Fattori a Boldini in esposizion­e le opere più innovative Un approccio alla realtà che anticipa il futuro

 ??  ??
 ??  ??
 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy