Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

I trevigiani approvano la legge anti-pipì

Ieri in centinaia per ottenere la borraccia con cui pulire le deiezioni liquide di fido

- Silvia Madiotto

TREVISO L’ordinanza entrerà in vigore domani e prima che si passi alle multe ci vorrà del tempo. Almeno quello necessario a informare i trevigiani che le regole sono cambiate e se il cane fa pipì sugli edifici, sulle vetrine, sulle superfici di pregio e sui marciapied­i pubblici e privati, il padrone dovrà pagare 50 euro, a meno che non lavi l’onta con dell’acqua. Ieri, centinaia di trevigiani entusiasti sono andati a ritirare la borraccia marchiata del Comune.

TREVISO L’ordinanza entrerà in vigore lunedì e prima che si passi alle multe ci vorrà del tempo. Almeno quello necessario a informare i trevigiani che le regole sono cambiate e se il cane fa pipì sugli edifici, sulle vetrine, sulle superfici di pregio e sui marciapied­i pubblici e privati, il padrone dovrà pagare 50 euro, a meno che non lavi l’onta con dell’acqua. Ovviamente, come succede per ogni provvedime­nto che va a toccare la quotidiani­tà, Treviso si divide fra favorevoli e contrari, anche se i primi sembrano essere la maggioranz­a. Tre sono le reazioni: la più comune è quella di chi, accompagna­ndo l’amico peloso già ammette di pulire, «è questione di rispetto e di educazione»; in seconda battuta chi ritiene che «è giusto che chi sporca paghi», ma poi ci sono quelli che si infuriano e promettono battaglia, anche legale. Ieri mattina, in piazza Indipenden­za, l’Enpa distribuiv­a le borracce-abbeverato­io con il marchio del Comune di Treviso. Nelle prime due ore ne sono state consegnate duecento. Andrea è arrivato col suo Lampo ed è favorevole all’iniziativa del sindaco Conte:

«In alcuni casi ho notato la maleducazi­one dei padroni, per questo cerco sempre di portarlo sull’erba quando ha bisogno». Michele è a passeggio con Pepe: «Chi non vuole prendere la multa starà più attento a non far fare la pipì al cane sui muri o sui negozi, ma se in giro ci fosse un po’ di buonsenso in più non sarebbe servito fare un’ordinanza». I protagonis­ti in piazza sono ovviamente i cani che si ritrovano a decine, si annusano, giocano sotto la Teresona mentre i padroni chiacchier­ano e discutono di questa nuova ordinanza. Tea è al guinzaglio di Micaela: «Ho sempre portato con me la bottigliet­ta per pulire e serve anche a dissetare il cane, è comoda, utile e rispettosa. Ci siamo abituati ai sacchetti per non sporcare, ora si può fare qualcosa in più». Massimilia­no e Leopolda, ad esempio, la borraccia ce l’hanno già: «Ma basta insegnare ai propri animali a non farla sulle case degli altri, è questione di rispetto. E se tutti cominciass­ero a diluirla o lavarla, magari ci sarebbe meno cattivo odore».

Il progetto di Ca’ Sugana è stato sostenuto anche da Usl 2 e veterinari, la città sembra approvare per il bene della pulizia e del decoro, ma la fronda dei contrari è motivatiss­ima. «È una discrimina­zione dei cani e dei padroni di cani. Significa versare acqua ogni dieci metri, ma non essendoci detersivo la pipì viene diluita e avremo una città inondata, mi spieghino se questa è igiene – si arrabbia Chiara Scotta, avvocato -. Credo che si possa anche fare ricorso alle multe». Come era successo per Genty con l’ordinanza anti-Fido che vietava l’accesso ai cani in piazza dei Signori. E quella volta era stata vinta. Però la risposta c’è: abituare il cane a non farla sulle vetrine dei negozi, sui portoni delle case, sui monumenti e sui palazzi. Non servirebbe nemmeno versare l’acqua a terra. Ed è questo l’obiettivo del Comune: ridurre il fenomeno. «Purtroppo sappiamo tutti bene che in Italia le regole si rispettano solo se dietro c’è la multa, mentre pulire dove il cane sporca dovrebbe essere la norma – ribatte Barbara, col suo bassotto Valentino -. Sono favorevole a questa iniziativa, è un messaggio di civiltà. E adesso bisognereb­be pensare anche alle mura, quello è un campo di battaglia, lì non c’è la cultura della pulizia».

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