Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Pochi maestri e rientri saltati Allarme bimbi con disabilità

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TREVISO I problemi della scuola, a due settimane dall’inizio, sono ancora molti. I rientri pomeridian­i saltati, che obbligano i genitori a fare i salti mortali, gli orari flessibili in entrata e in uscita per garantire le distanze e ridurre gli assembrame­nti, i casi di positività che costringon­o l’intera classe all’isolamento e alle lezioni a distanza. Ma per le famiglie di bambini con disabilità i disagi sono ancora più importanti, sovraccari­cati da una generale condizione di precarietà che impedisce agli alunni più fragili di accedere al servizio scolastico. C’è una mamma di Treviso, Cristina, che ha deciso di unire insegnanti e genitori in un gruppo su Facebook per chiedere aiuto alle istituzion­i e ai sindacati: «La situazione è imbarazzan­te – spiega – e nessuno ci riesce a rispondere. Non ci sono ancora le nomine degli insegnanti di sostegno. Ci dicono che entro la settimana questi disagi potrebbe risolversi ma non ne abbiamo la certezza. Servono insegnanti specializz­ati per affrontare dei casi che richiedono attenzioni particolar­i. Sia noi genitori che i docenti di sostegno abbiamo bisogno di sicurezze». Così ha deciso di fare rete e in 24 ore il gruppo aperto da Cristina ha raccolto più di 150 persone. Il figlio frequenta uno degli istituti comprensiv­i del capoluogo: «Nel mio caso, frequenta la scuola con orario ridotto e con un’insegnante messa a disposizio­ne dalla scuola, ma altre famiglie mi riportano bambini con disabilità che non ci sono nemmeno tornati, in classe, e altri che vanno a scuola senza insegnante di sostegno. Questi sono i bambini che hanno più bisogno di aiuto. Già durante il lockdown hanno vissuto difficoltà impattanti. È necessario pensare a loro e non solo nell’emergenza, ora va trovata una soluzione struttural­e». Perché questo tragico 2020 non fa che rimarcare una carenza evidente. «Non cerchiamo la polemica – chiude Cristina -, sappiamo che ci sono delle complicazi­oni maggiori dopo l’epidemia, ma per alcuni bambini l’insegnante di sostegno cambia ogni anno, mentre ci sono dei bravi maestri che vengono lasciati a casa». Si rivolge quindi a sindacati, ufficio scolastico e istituzion­i: a chiunque possa dare delle risposte a mamme e papà preoccupat­i, a docenti senza impiego e bambini che hanno bisogno di serenità. (s.ma.)

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