Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Tvb non muore mai

Primo tempo strepitoso, toccato anche il +19 Poi la De’Longhi si ferma e vede sfuggire la partita Negli ultimi 5’ Logan e Imbrò acciuffano la vittoria

- Matteo Valente

Un esordio, mille emozioni. Alla fine festeggia Treviso che si aggiudica la grande «prima» della serie A al termine di 40 minuti che sono stati un’altalena di emozioni. Chiedere a Trento che dopo 20 minuti passati in apnea, nella ripresa sfoderava la forza di un roster ancora privo di Maye e questa volta senza Morgan, arrivando anche al +7, prima del colpo di coda trevigiano griffato dall’esperienza di capitan Imbrò e David Logan.

Quaranta minuti che hanno riassunto pregi e difetti delle due formazioni, che dopo i due precedenti in Supercoppa hanno dato vita a una gara molto diversa.

I primi passi del viaggio del nuovo campionato non regalano come immaginabi­le un grande spettacolo anche perché all’emozione delle due squadre si aggiungono tre minuti quasi inspiegabi­li da parte degli arbitri, protagonis­ti di un 8 fischi in 150 secondi che scontentan­o tutti e costringon­o Brienza e Menetti a rivedere i piani di gioco. Tolta pressione dai tre fischietti la gara riesce a decollare con Treviso che ingrana le marce più alte con Russell e Carroll a scavare il primo break della gara: l’ex Bergamo infila 10 punti in un amen per il 22-12 che accende i 700 del Palaverde. Dall’altra parte Trento si affida alla garra di Forray e al talento immenso di Williams: l’americano domina sotto le plance, diventando presto incontenib­ile per Vildera e Chillo che provano a limitare i danni. Ma il solo Williams non basta a spaventare una De’Longhi che non si spaventa e continua a macinare gioco con un’efficacia offensiva che non prevede quasi mai forzature: le percentual­i di Imbrò e compagni sono propellent­e per la fuga che si concretizz­a con il rientro in campo di Akele e Mekowulu. È proprio il nigeriano a regalare la giocata più bella della notte del Palaverde con una bimane ispirata dal passaggio illuminant­e di un Russell sempre più regista della squadra di Menetti. Brienza deve provare a ottenere il massimo dai suoi orfani di Morgan, costretto al forfait da un problema fisico, e ancora di Maye, in panchina per onor di firma.

Trento ha il merito di non affondare nel momento più critico (52-33), riuscendo a limare il gap proprio poco prima della sirena dell’intervallo lungo.

Al rientro in campo si vede un’altra partita: Trento chiude l’area e stringe in difesa, Browne guida la rimonta sopperendo anche al quarto prematuro fallo di Williams. L’Aquila vola sulle teste di una Treviso smarrita e priva di riferiment­i sui due lati del campo: dal +19 al -7 in poco meno di 13 minuti, così Trento sembra mettere le mani sul manubrio della partita. I bianconeri dominano in maniera netta, specialmen­te sotto le plance dove di fatto la De’Longhi non la prende quasi mai.Menetti allora prova ad affidarsi all’esperienza dei suoi senatori e all’estro di Russell: il mix è vincente e vale il clamoroso contro break trevigiano con Brienza che non ferma l’ondata trevigiana, spinta anche dal tifo dei 700 del Palaverde. Russell apre le danze, Imbrò e Logan lo seguono, togliendo tutte le certezze di una Dolomiti Energia che crolla e deve issare bandiera bianca. La festa è tutta di Treviso, ma questa Aquila può davvero pensare in grande quando sarà al completo.

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