Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Antonia Ricci nuova dg dell’Istituto Zooprofilattico
PADOVA Il primo direttore generale nominato dal governatore Luca Zaia nel suo terzo mandato è Antonia Ricci, che resta alla guida dell’Istituto Zooprofilattico delle Venezie, dopo un anno e mezzo di facente funzione. Prima, dal marzo 2018 all’aprile 2019, ne era stata direttore sanitario. Nominata ieri da Zaia, in accordo con i presidenti di Friuli Venezia Giulia, Provincia di Trento e Provincia di Bolzano, enti ai quali lo Zooprofilattico afferisce, la dottoressa Ricci ha ottenuto il parere favorevole anche del ministro della Salute, Roberto Speranza. «L’IZSVe mi ha offerto tante opportunità di crescita personale e professionale, attraverso continue occasioni di confronto con realtà diverse, a livello nazionale e internazionale, e di interazione con colleghi di grande spessore — dice Ricci —. Con questa nomina, che mi riempie di orgoglio, assumo l’impegno di garantire le stesse opportunità ai tanti giovani che lavorano nell’istituto e che contribuiscono a renderlo un’eccellenza nella sanità pubblica veterinaria».
Nel corso della sua carriera scientifica, la nuova dg ha ricoperto numerosi incarichi in qualità di esperto per la Commissione Europea, l’Oms e l’Autorità europea per la sicurezza alimentare, ha coordinato diversi progetti nazionali finanziati dal ministero della Salute e internazionali. Ed è autrice di oltre 300 pubblicazioni scientifiche. «Nei prossimi anni lavorerò per la crescita dell’IZVe — annuncia Ricci — sviluppando la presenza sul territorio, il supporto agli enti del Triveneto, la collaborazione con la rete nazionale degli Istituti Zooprofilattici sotto il coordinamento del ministero e l’attività di ricerca a livello nazionale e internazionale». Nelle prossime settimane saranno resi noti anche i direttori sanitario e amministrativo.
Novità pure sul fronte del vaccino antiinfluenzale. Secondo l’intesa raggiunta il 14 settembre in Conferenza Stato-Regioni, sarà distribuito alle farmacie l’1,5% delle dosi acquistate dalle Regioni stesse. Per il Veneto significa 68.108 su 1.360.830, decisamente poche, ma la Regione sta cercando di recuperarne altre sul mercato per arrivare al 3% da destinare alle farmacie.