Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Antinfluenzale, i farmacisti lo regalano
FarmacieUnite: «Dalla Regione solo 20 per ciascuno, tanto vale offrirli gratis, come servizio sociale. Ce ne vorrebbero il doppio»
Ifarmacisti regalano il vaccino antinfluenzale. Più che un atto di cuore, una protesta per la consegna di un numero troppo esiguo di dosi, trentamila in tutto il Veneto. Le altre sono per i soggetti a rischio.
VENEZIA Dopo i 2 milioni di mascherine prodotte da Grafica Veneta e donate alla Regione, che le ha distribuite gratuitamente alla popolazione attraverso farmacie, edicole, supermercati e Protezione civile, i veneti potrebbero ricevere in regalo anche i vaccini anti-influenzali. Una sorpresa di Natale che FarmacieUnite, sigla di categoria, ha deciso di anticipare a inizio novembre, visto l’esito scoraggiante dell’ultimo confronto con i tecnici regionali avvenuto giovedì. Nonostante le buone intenzioni di cedere alle farmacie le solite 68.100 dosi, stavolta Palazzo Balbi si è trovato a dover fare i conti con l’assenza del prodotto dal mercato. E quindi con il diktat governativo di dare la precedenza alle categorie a rischio, per le quali la vaccinazione è gratis e che quest’anno sono più numerose. Causa l’emergenza Covid-19, includono anche i bambini dai sei mesi ai sei anni e una fascia «anziana» che parte non più dai 65 anni ma dai 60. Al resto della popolazione va l’1,5% delle dosi: per il Veneto sono 30mila sulle 1.360.830 acquistate, cioè 20 per ognuna delle 1500 farmacie del territorio.
«Un’inezia — lamenta Franco Gariboldi Muschietti, presidente di FarmacieUnite — non solo non soddisferà le lunghe liste di prenotazioni aperte a settembre, ma non ci garantirà alcun introito. Il vaccino va venduto a 9,50 euro, noi ne paghiamo alle Usl 6,26 di fatturazione e ci restano 3,24 euro, sui quali si versa l’Iva. Rimangono 1,70 euro a vaccino: a questo punto è meglio regalarli, almeno ci risparmiamo tempo e fatica richiesti da burocrazia, piattaforme, fatture elettroniche, i cui costi supererebbero di gran lunga il compenso previsto. E quindi FarmacieUnite propone ai propri soci di distribuire gratuitamente i 20 vaccini a testa, come servizio sociale ai cittadini. Anche perché — aggiunge Muschietti — a chi si dovrebbero vendere? A chi arriva prima?». La Regione ha assicurato che, se non riuscirà a procurarsi ulteriori forniture, a fine campagna le eventuali dosi non somministrare agli aventi diritto saranno ridistribuite alle farmacie. «Ma ormai sarà gennaio, troppo tardi per vaccinare chi è rimasto fuori — osserva Gariboldi Muschietti — se avessimo a disposizione 40/45 anti-influenzali a esercizio, riusciremmo a garantire una buona copertura delle fasce non a rischio, ma in queste condizioni no. Tanto è vero che chiederemo alla Regione di seguire la nostra linea e cederci gratis le dosi».
L’ultima spiaggia potrebbe essere l’incontro chiesto dalla categoria con la dottoressa Francesca Russo, responsabile della Prevenzione in Regione, dalla quale ci si attende una via d’uscita. Anche perché le liste di prenotazione sono «falsate» dall’ansia di molte persone che, per non restare scoperte, hanno prenotato l’anti-infuenzale in più farmacie. Secondo la Fondazione Gimbe, il Veneto è una delle dodici Regioni che riuscirà a garantire la copertura del 75% della popolazione a rischio e ad avanzare 49.712 dosi: 259.299 sono riservate ai bimbi tra 6 mesi e 6 anni, 312.414 alla fascia 60/64 anni e 1.122.005 ai cittadini dai 65 anni in su. «Due persone su tre non troveranno il vaccino in farmacia — avverte Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe —. L’esigua disponibilità è dovuta a tre fattori: il ministero della Salute e la maggior parte delle Regioni non hanno previsto con largo anticipo la necessità di aumentare le scorte per la popolazione non a rischio; l’aumentata domanda sui mercati internazionali, insieme al ritardo con cui sono stati indetti i bandi di gara, ha impedito ad alcune Regioni di aggiudicarsi il 100% delle dosi richieste; le farmacie non sono riuscite ad approvvigionarsi per mancata disponibilità sul mercato».
La maggior sensibilità alla vaccinazione, nata dalle necessità di scongiurare di contrarre influenza e Covid-19 e della diagnosi differenziata poiché i sintomi sono simili, è dovuta anche alle sollecitazioni dei datori di lavoro, preoccupati che la malattia dei dipendenti possa paralizzare le attività produttive. Ma secondo l’Agenzia italiana del Farmaco i 17,8 milioni di anti-influenzali acquistati dalle Regioni rispondono al fabbisogno: nella stagione precedente ne erano stati distribuiti 12,5 milioni, con una copertura del 54,6% negli over 65. Il Veneto ne comprò 864.740 dosi, 790mila delle quali utilizzate, per una copertura del 54,2% tra gli over 64 e del 31,7% tra gli operatori sanitari.