Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Zaia pronto ai «mini-lockdown» Bar e negozi, prolungata l’ordinanza
Il governatore: «Chiudere tutto sarebbe una sconfitta» E sugli ospedali rassicura: «Situazione sotto controllo»
VENEZIA Oggi, in Veneto, non c’è emergenza ospedaliera. L’epidemia di coronavirus, per quanto in continua e preoccupante evoluzione, resta al momento sotto controllo, in corsia come nelle scuole. Per questo, spiega il governatore Luca Zaia tornato al centro della «war room» di Marghera, «le misure di contenimento, come le chiusure anticipate o tout-court, dovrebbero essere cucite in modo sartoriale sulle diverse realtà dei territori e applicate in modo differenziato a seconda delle situazioni epidemiologiche e dei piani di sanità pubblica di ciascuna Regione».
Il presidente del Veneto si dice in linea di massima contrario al lockdown, «almeno per come lo abbiamo conosciuto in primavera, totale» perché «sarebbe una sconfitta per tutti, significherebbe essere ripiombati in piena emergenza sanitaria». Apre, invece, a quelli che sono già stati ribattezzati «minilockdown», ossia chiusure circostanziate e puntuali, limitate ai Comuni in cui si sviluppano i focolai più gravi: «In qualche modo qui in Veneto li abbiamo già testati - ricorda - in Comelico abbiamo imposto in tre Comuni la chiusura anticipata dei locali alle 22 e l’uso della mascherina all’aperto prima che il governo decidesse di applicarlo su tutto il territorio nazionale».
A proposito di mascherina: Zaia per l’ennesima volta ha lanciato un appello alla cittadinanza, «col cuore in mano», affinché tutti usino la mascherina come previsto, ossia all’aperto in caso di assembramenti o quando si incrociano altre persone, e nei locali chiusi. «Lo ripeto sperando di essere chiaro: altroché complotti, Big Pharma e Grande Fratello, in questa fase è fondamentale che tutti facciano la loro parte, con senso civico. Portiamo la mascherina, altrimenti il virus si diffonde e il rischio è il collasso del sistema sanitario. Lo dico soprattutto ai ragazzi delle superiori perché i più piccoli li vediamo, sono bravissimi, quasi “militarizzati”». Il presidente pensa anche a nuove e più forti campagne di sensibilizzazione, da concordare con il ministero della Salute, mentre rifugge l’idea di inasprire multe e controlli: «Non voglio che si torni a guardie e ladri, la questione è culturale».
I numeri, come si diceva, non tratteggiano al momento un quadro preoccupante: «Oggi abbiamo un numero di contagi giornalieri superiore a quello di marzo e aprile, anche perché facciamo molti più tamponi, circa 20 mila al giorno contro i 4-5 mila di allora - ha detto Zaia esibendo il grafico che riportiamo qui sotto -. Eppure l’andamento dei ricoveri non segue lo stes
Zaia
La pressione sugli ospedali sta aumentando, per questo dobbiamo indossare tutti la mascherina. Basta gridare al complotto
so trend, anche se iniziamo a sentire la pressione, perché 420 posti letto occupati equivalgono ad un piccolo ospedale di provincia, i numeri oggi sono oggettivamente più bassi che in primavera. Il motivo di questa differenza è presto detto: il 96% dei positivi è asintomatico e dunque non necessita di cure ospedaliere». E lo stesso la Regione assicura quanto alle terapie intensive (il secondo grafico pubblicato in basso, è stato elaborato dal Corriere del Veneto su dati della Regione): «Attualmente sono occupati in terapia intensiva 49 posti su 464, che siamo pronti ad elevare in qualunque momento a 1.016 nel caso in cui si rendesse necessario». La soglia di allarme indicata dal ministero della Sanità è un tasso di occupazione del 30% (140 posti). E intanto l’età media dei contagiati, intanto, si è ridotta da 60-65 anni a 40-45 anni.
Fin qui, la situazione a oggi, ma è chiaro che a preoccupare è il trend in crescita della pandemia: se i contagi dovessero continuare ad aumentare in modo esponenziale, di pari passo aumenterebbero i ricoverati e, tra questi, i bisognosi di cure intensive. «È dunque fondamentale tenere sotto controllo la diffusione del virus, in modo che nuovi contagi e negativizzazioni procedano secondo un rapporto il più possibile stabile». Circostanza, questa, che porterebbe alla creazione di un’immunità di gregge senza far saltare il sistema delle cure ospedaliere: «Perché dev’essere chiaro che il problema non sono solo i ricoverati covid, ma anche chi arriva dopo un incidente e dopo un infarto e non può essere intubato perché tutti i posti sono occupati dai contagiati».
Infine, nei prossimi giorni Zaia - che insiste sulla didattica a distanza per gli ultimi anni delle superiori, così da alleggerire il trasporto pubblico locale - provvederà a prolungare le ordinanze attualmente in vigore per l’apertura delle attività produttive, dai bar e i ristoranti ai negozi agli artigiani: «Le ordinanze vanno a scadenza e se non venissero rinnovate le attività andrebbero chiuse, perché si dovrebbe applicare il Dpcm del lockdown. La nostra volontà è invece quella di tenere tutto aperto, con buon senso, continuando a seguire le regole che ci siamo dati fin qui».