Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Frequenta cattive compagnie, il giudice: «Dovrà cambiare scuola»
Verona, la sentenza: troverà amicizie più sane
VERONA Un ragazzo di 15 anni dovrà cambiare scuola per ordine di un magistrato che, in questo modo, intende offrirgli (anche) l’opportunità di allontanarsi da «compagnie preoccupanti». Andrà in un istituto privato, gestito da religiosi.
Il caso è singolare, e viene riassunto in un decreto firmato dal giudice del tribunale di Verona, Francesco Bartolotti. La causa vedeva confrontarsi i genitori dell’adolescente, divorziati lo scorso anno. Dopo che a giugno il figlio è stato bocciato (al primo anno di liceo), la madre voleva iscriverlo in un altro istituto lamentando il fatto che il quindicenne ha «manifestato problemi di rendimento scolastico sin dalle scuole medie per scarsa autostima, carenza di stimoli e difficoltà di attenzione, ulteriormente peggiorati con l’avvento dell’emergenza pandemica». Per questo, dopo la bocciatura riteneva opportuno «nell’interesse del figlio, un trasferimento ad altra scuola». In particolare intendeva iscriverlo in un istituto a guida religiosa, in modo che l’adolescente entrasse in contatto con «un ambiente scolastico nuovo e meno dispersivo».
Il padre del ragazzo, però, non era d’accordo con la sua ex moglie. Al giudice ha spiegato che, secondo lui, il problemi scolastici del figlio erano dovuti a «scarso impegno e responsabilità» e che il trasferimento a un costoso (la retta annua di quasi quattromila euro) istituto privato, avrebbe finito con il far credere allo studente «di poter ovviare ai propri doveri attraverso la ricerca di soluzioni meno gravose». Ma c’era anche un altro fattore, che preoccupava entrambi i genitori: gli amici che da alcuni mesi frequenta il figlio, avrebbero una cattiva influenza su di lui. Ed è affrontando anche questo aspetto che il giudice ha deciso di disporre il trasferimento del ragazzo in una nuova realtà. «Il mutamento di scuola - si legge nel decreto del tribunale di Verona - potrebbe favorire l’inserimento in un differente gruppo di alunni, con conseguenti maggiori possibilità di sperimentare nuove frequentazioni, più stimolanti e proficue». È questo l’aspetto più innovativo della decisione: «Potrebbe prendere più facilmente le distanze - prosegue il giudice - dalle compagnie ritenute dai genitori preoccupanti per la sua crescita». Insomma, una nuova classe si rivelerebbe «una scelta felice nell’ottica di permettere al giovane di rimettersi in gioco in un ambiente vergine, senza il rischio di subire pregiudizi per lo scarso rendimento avuto nella scuola attuale». L’istituto privato, conclude il giudice, «appare rispondere non soltanto all’esigenza di offrirgli nuove e più sane frequentazioni, ma anche di garantirgli un miglior affiancamento sotto il profilo formativo».
Una sentenza che piace alla referente dell’Osservatorio regionale sul diritto di famiglia, l’avvocato Barbara Lanza: «È una decisione per diversi aspetti innovativa: il giudice ha analizzato la situazione del ragazzo sotto molti aspetti, non soltanto quelli relativi alla qualità dell’offerta formativa delle due scuole. In questo modo ha voluto offrire allo studente l’opportunità, cambiando scuola, di farsi nuovi e migliori amici, in grado di supportarlo nel suo percorso di crescita personale».
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