Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Conegliano, l’alfiere di Zaia battuto dall’alleanza tra Forza Italia e Pd
Nella capitale del Prosecco l’alleanza Forza Italia-Pd sconfigge Garbellotto, presidente dell’Imoco Volley
CONEGLIANO (TREVISO) Finisce con un risultato a sorpresa la più attesa delle sfide al ballottaggio, quella che a Conegliano, la «capitale» del Prosecco, vedeva contrapposti l’uscente Fabio Chies (foto) e l’imprenditore Piero Garbellotto, patron dell’Imoco Volley. Quest’ultimo,
fortemente voluto dal presidente della Regione Luca Zaia, ha confermato il bottino elettorale del primo turno ma si è visto nettamente superato da Chies, che ha completato inseguimento e sorpasso grazie ai voti del Pd, che un anno fa ne aveva orchestrato la caduta ed era rimasto escluso dal secondo turno.
CONEGLIANO (TREVISO) Ci voleva un’alleanza fra Forza Italia e il Pd per sconfiggere la Lega nel cuore dello «Zaiastan». Conegliano, città simbolo del Prosecco, resta l’unico paletto azzurro nella verde provincia di Treviso, quella che più di ogni altra rappresenta lo strapotere del Carroccio in Veneto. Un ribaltone straordinario, oltre qualsiasi pronostico: partiva dal primo turno con oltre mille voti (e sette punti) di vantaggio Piero Garbellotto, imprenditore delle botti e presidente dell’Imoco Volley, volto civico scelto dal centrodestra benedetto da Luca Zaia; è finita con Fabio Chies, sindaco uscente defenestrato dalla sua maggioranza, che prende il volo, 53,4% contro 46,6% e un distacco di 846 preferenze. Una parte di quei consensi arrivano dal Pd, rimasto del tutto fuori dai giochi due settimane fa, in una città che negli ultimi vent’anni è sempre stata amministrata dai forzisti e che per il 70% aveva votato centrodestra. Ora però si cambia perché c’è un esplicito e trasparente accordo di condivisione del programma fra il riconfermato sindaco e i dem, oltre a uno o due posti nella giunta che prenderà forma in questi giorni.
Quando l’esito delle urne è stato palese, Chies, ingegnere di 48 anni, segretario di Forza Italia della Marca, ha cominciato a stappare bottiglie di bollicine circondato dai suoi sostenitori. «Il primo turno era stato difficile, il secondo più sereno – ha commentato a caldo il sindaco riconfermato -. Sicuramente ci speravamo. Fin da ora siamo già al lavoro per il bene di Conegliano. Avevamo lasciato tante questioni in sospeso che ora possiamo riprendere». Chies si prenderà qualche giorno per la composizione della giunta, ma i fedelissimi saranno premiati. L’hanno appoggiato quando ha deciso di mettere il partito contro il socio di maggioranza del centrodestra (e contro il governatore) contro ogni previsione della vigilia. Garbellotto è un volto notissimo in città, sia per i successi della squadra di pallavolo che per la centenaria storia dell’azienda di famiglia, che produce botti per il vino; e soprattutto aveva dalla sua parte il traino dell’uomo politico oggi più forte in Veneto, lo Zaia del 75% alle elezioni regionali dello scorso anno. Questa volta non è bastato.
Non sarebbe onesto fare un paragone fra l’esito elettorale dei grandi capoluoghi e quello dei piccoli comuni (per quanto, con i suoi 35 mila abitanti, Conegliano sia la seconda città della Marca): se da una parte sono spesso i movimenti politici a determinare l’esito, dall’altra sono i rapporti personali e la fiducia nei candidati, quel faccia a faccia che si vive nei quartieri. Chies ha sconfitto quindi non solo il favorito della sfida trevigiana, ma anche l’idea che, dove il centrodestra vince, è solo sulla scia della Lega e del governatore. Nella provincia in cui Forza Italia raggiunge i picchi minimi, schiacciata dallo strapotere del Carroccio pigliatutto, ha però bisogno di un aiuto e lo trova nel rivale di sempre, il centrosinistra, che questa volta offre una boccata d’ossigeno. La coalizione che sosteneva la candidata del Pd Francesca di Gaspero a dire il vero si è spaccata sull’appoggio della segreteria cittadina all’ex sindaco, il compromesso per alcuni è stato difficile da digerire. Il Pd aveva duramente contestato il primo mandato di Chies, al punto da appoggiare la mozione di sfiducia che una parte dell’ex maggioranza aveva depositato a fine 2020, chiudendo in anticipo l’esperienza della prima amministrazione in cui la Lega era riuscita ad ottenere assessorati e incarichi di peso. Poi quella che era stata una formazione compatta di centrodestra nel 2017 si è divisa in primavera sulla scelta del candidato sindaco: il Carroccio voleva un volto civico, l’esperienza di Chies era da considerarsi conclusa; quest’ultimo, però, non aveva intenzione di arrendersi. Per il Pd era ed è un’occasione da non perdere: uno sgambetto al governatore nella terra che gli è più cara, quella di casa.
C’era stata anche una piccola sfida nella sfida, in quel di Conegliano. Nello stesso giorno, per fare campagna proChies era arrivato da Venezia il sindaco Luigi Brugnaro, leader di Coraggio Italia, mentre nella sede del comitato elettorale di Garbellotto interveniva Zaia. Nella prima sfida indiretta, l’ha spuntata Brugnaro.
L’operazione Conegliano col candidato civico non ha funzionato, la città del Cima rimane la «bestia nera» del Carroccio. Su otto comuni che andavano al voto in questo autunno elettorale trevigiano, infatti, la Lega aveva collezionato sette vittorie, dalla minuscola Portobuffolè con i suoi 800 abitanti alla capitale dello scarpone da sci Montebelluna. Mancava la capitale del Prosecco ma il ballottaggio ha spezzato la serie positiva. La Lega e Zaia, a Conegliano, non riescono a vincere.