Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Effetto lasciapassare, in una settimana vaccinazioni esplose «E la curva del contagio continua a scendere»
VENEZIA L’obbligo di Green Pass sul posto di lavoro, in vigore dal 15 ottobre, ha indotto una fiammata nelle vaccinazioni, che nel Veneto supera il +20-%30% rilevato a livello nazionale. Si è passati dalle 5.622 somministrazioni del 10 ottobre alle 13.619 dell’11, poi alle 14.728 del 12, per arrivare alle 15.949 segnalate il 13 ottobre e alle 15.351 effettuate il 14. Venerdì l’ulteriore passo avanti, con 18.103 vaccinazioni. Insomma, nel giro di cinque giorni e tenendo sempre presente che nel computo complessivo ci sono anche tra 600 e duemila terze dosi quotidiane riservate a over 60, pazienti fragili, sanitari, personale e ospiti delle Rsa, il sistema hub-farmacie-medici di famiglia ha più che triplicato le sedute di inoculazione dell’antiCovid (+350%).
Nel fine settimana, però, la brusca frenata: se ne sono contate 13.984 sabato e 6.313 domenica. Di solito nel weekend c’è sempre un rallentamento, quindi considerando i 210mila lavoratori che secondo i calcoli della Cgia di Mestre da ieri sono a casa perché no vax, la speranza è di assistere a una nuova accelerazione in questi giorni feriali. «E’ innegabile che nell’ultima settimana ci sia stata una presa di coscienza da parte degli indecisi — spiega il professor Vincenzo Baldo, presidente per il Triveneto della Società italiana d’Igiene e docente all’Università di Padova — l’obbligo di Green Pass ha rappresentato per loro la spinta decisiva, agevolando un ulteriore incremento della copertura vaccinale, che potrebbe stabilizzare un trend incoraggiante. La curva del contagio continua a scendere e se il quadro resta questo, il Sars-Cov2 non muta in varianti più aggressive della Delta, attualmente al 99% di diffusione, e la copertura vaccinale salisse al 90%, potremo davvero compiere un primo passo verso la normalità». Il 71,9% della popolazione generale è immunizzata e il 75,5% ha assunto almeno la prima dose di anti-Covid. Se però si considerano solo i soggetti vaccinabili, cioè gli over 12, le percentuali salgono rispettivamente al 79,8% e all’83,8%,a fronte di una media nazionale dell’81% di vaccinati con ciclo completo e dell’85,6% che ha assunto almeno la prima dose.
Dall’ultimo report di Azienda Zero risulta inoltre che in tutte le fasce d’età le curve del contagio puntano verso il basso, anche quella relativa ai minori tra zero e 14 anni, i più esposti per il ritorno sui banchi ma anche perché, fino ai 12 anni, non possono vaccinarsi. Eppure gli attualmente positivi sono crollati dai 1800 del periodo pre-scolastico agli attuali 1.335 (807 tra 7 e 14 anni). Scende anche il numero di sanitari infettati o re-infettati, ora a quota 172. Ma allora quando si potrà raggiungere la famosa immunità di gregge? «Siamo in una situazione endemica (succede quando la pandemia è sotto controllo, ndr), ma i prossimi mesi saranno decisivi — ragiona Baldo —. Con il freddo cominciano a circolare i virus respiratori, quindi dobbiamo mantenere la guardia alta e le misure di contenimento adottate finora, cioè mascherina, igiene delle mani e distanziamento sociale. Un monito sia la situazione in Inghilterra, la prima a vaccinare tutti ma anche a togliere la mascherina al chiuso: ora conta 40mila contagi e 150 morti al giorno. Il che significa che il concetto di immunità di gregge con la variante Delta fa fatica a sussistere, anche perché i vaccini a mRna garantiscono una protezione dell’89% dal rischio di infezione e tra il 96% e il 99% dal pericolo di ricovero (dopo la seconda dose, dati Istituto superiore di Sanità, ndr), ma non l’immunità sterilizzante. Cioè — precisa il ricercatore — un vaccinato può essere portatore del viru. Perciò crolla anche il discorso dei no vax, che dicono: vaccinatevi voi, così siamo coperti tutti. Non è così».
Il professor Baldo «Sono diminuiti anche i nuovi casi tra i ragazzi, nonostante il ritorno sui banchi di scuola»