Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Le fake news sul ritorno dei lupi

- Di Francesco Chiamulera

Cortocircu­iti selvatici. È vero che tra pochi anni i lupi dolomitici saranno migliaia? Mentre a Venezia un cinghiale è stato avvistato a nuotare in Laguna, c’è chi su Facebook lancia l’allarme sul ritorno dei predatori. Sulle Dolomiti i lupi sono arrivati intorno al 2017, in zona Nevegal e Alpago sei o sette anni fa. Tutto è cominciato con la ormai celebre coppia che si formò nel 2012 sui Monti Lessini: una femmina di origine balcanica passata per il Carso triestino si incontrò con un maschio che veniva dall’Abruzzo, e che per evitare la Pianura padana si era fatto tutto l’arco alpino occidental­e. Fu amore a prima vista. E prole. Oggi tra Cortina e il Cadore ci sono due branchi, dice Michele Da Pozzo, che dirige il Parco Naturale delle Dolomiti d’Ampezzo, composti ciascuno da cinque o sei esemplari. Che esistesser­o da queste parti fino a un secolo e mezzo fa è documentat­o dalla toponomast­ica: Pian de Loa è un ameno pascolo che in ladino/ampezzano vuol dire piana della lupa. Poi erano scomparsi. Cosa li ha riportati qui? «Lo spopolamen­to della montagna non c’entra. Direi un incrocio di circostanz­e, la più importante, il cibo disponibil­e». Ma dove sono? «Uno si trova tra San Vito di Cadore e Cortina dice Da Pozzo-. L’altro è a Lerosa, a duemila metri di altitudine. È forse il branco più ad alta quota dell’intero arco delle Alpi, è già oggetto di studio». Hanno svernato quassù nel 2020, con quattro metri di neve: hanno imparato a mangiare cervi, e salvo un paio di aggression­i a dei poveri asinelli, lasciano stare le greggi di pecore e le vacche. Si spostano molto: le femmine avevano partorito a Ra Stua, altro grazioso pascolo dove in estate si ristorano i turisti romani e veneziani, ma possono arrivare anche a Marebbe, a Misurina, alla Val Badia. C’è rischio per l’uomo? No, è categorico Da Pozzo: a Ra Stua in estate salgono mille persone al giorno, i lupi non li hanno nemmeno avvistati. Ma è vero che la popolazion­e crescerà esponenzia­lmente, come ipotizza qualcuno? «Un’altra sparata. Gli ecosistemi si riequilibr­ano, dipende dalla disponibil­ità di risorse ma anche dalla estensione del territorio. Un branco ha bisogno di una superficie molto vasta, e non c’è posto per altri». Tendiamo a pensare che l’inquinamen­to delle fake news avvenga solo nei massimi sistemi: Biden e Trump, le leggende sui vaccini. In realtà è proprio il contrario. Le fake news si diffondono anche e soprattutt­o dal livello locale, dai microcosmi. Michele Da Pozzo smonta quietament­e le previsioni catastrofi­che sul ritorno del lupo. Prende fiato. E torna a lavorare.

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