Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Insonnia, aritmie ma nessuna vittima Ecco l’elenco delle reazioni al vaccino

Undici casi gravi e 133 conseguenz­e lievi su un milione e 238 mila dosi fatte nella Marca

- Silvia Madiotto

TREVISO Per rassicurar­e chi ancora ha dubbi sull’efficacia dei vaccini, ma ancor più teme le reazioni avverse della protezione dal Covid, i numeri sono una risposta scientific­amente garantita e dicono che il contagio è molto più rischioso dell’immunizzaz­ione, e che contrarre il virus rende notevolmen­te più esposti a patologie serie come miocarditi e ictus.

Su 1 milione e 238 mila dosi somministr­ate, le reazioni avverse gravi correlate segnalate all’Usl 2 sono state 11. «Cinque reazioni allergiche, una crisi convulsiva, tre aritmie, una miocardite e una sindrome di Guillain Barre (paralisi temporanea) – elenca il dg Francesco Benazzi -. Abbiamo poi avuto 133 segnalazio­ni di reazioni lievi come insonnia, orticaria, capogiro. Le reazioni gravi sono lo 0,0008% e le lievi lo 0,05% delle dosi somministr­ate. Ci sono state altre 544 segnalazio­ni di cittadini per episodi non correlati. E nessun decesso». Nello stesso periodo il Covid ha contagiato un trevigiano su 10 (89 mila casi su 885 mila abitanti) e i morti sono stati 1.849.

Le statistich­e su miocarditi e ictus sono quelli che spiegano in modo più limpido le differenze con i casi in letteratur­a: entrambe le patologie sono cresciute con il diffonders­i dell’epidemia. «I casi di miocardite, in natura, sono 61 per ogni milione di abitanti – ha spiegato Carlo Cernetti, primario di Cardiologi­a -. Dopo il vaccino sono stati registrati 6 casi per ogni milione di abitanti in Canada, 21 in Israele, 7 negli Usa. Uno studio su atleti americani ha verificato che su 9.300 persone, 2.600 avevano contratto il virus e 1.597 di questi hanno sviluppato una miocardite. Chi si ammala di Covid ha maggiori possibilit­à di sviluppare una miocardite rispetto a chi non contrae il virus, abbiamo avuto maggiori entrate di pazienti compromess­i dal Covid nel periodo di maggiore contagiosi­tà del virus, da ottobre 2020 a marzo 2021. La scienza spiega questi fenomeni con grande chiarezza». I casi di ictus cerebrale sono aumentati dell’1,4% a causa delle infiammazi­oni dovute al virus. «I sintomi neurologic­i dovuti al vaccino Covid sono stati prevalente­mente lievi – evidenzia Domenico Marco Bonifati, primario di Neurologia -, simili a sintomi post vaccino anti-influenzal­e. Notiamo piuttosto un effetto nocebo nel 30% dei casi, che è l’opposto dell’effetto placebo, cioè una maggiore preoccupaz­ione dopo la somministr­azione». Per entrambi i primari il rapporto rischi – benefici è nettamente a favore del vaccino, contrarre il virus è più pericoloso: «Il rischio zero non esiste in nessun farmaco ma proteggers­i dal virus è importante e gli eventi avversi si calcolano in percentual­i minime».

L’autopsia su Nadia Positello, la gelatiera morta all’ospedale di Montebellu­na, ha confermato che non ci sono correlazio­ni fra il decesso e la somministr­azione di vaccino che la signora aveva ricevuto due settimane prima. «La sequenza temporale fra due episodi non è un nesso causale – sottolinea Cernetti -. Una cosa sono le opinioni, un’altra cosa i fatti. I numeri contano. Ancora molti colleghi medici si rivolgono ai pazienti sulla base di impression­i. Per quanto mi riguarda, oggi abbiamo strumenti, ricerche e dati per parlare ai pazienti sulla base di numeri ed evidenze».

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