Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Insonnia, aritmie ma nessuna vittima Ecco l’elenco delle reazioni al vaccino
Undici casi gravi e 133 conseguenze lievi su un milione e 238 mila dosi fatte nella Marca
TREVISO Per rassicurare chi ancora ha dubbi sull’efficacia dei vaccini, ma ancor più teme le reazioni avverse della protezione dal Covid, i numeri sono una risposta scientificamente garantita e dicono che il contagio è molto più rischioso dell’immunizzazione, e che contrarre il virus rende notevolmente più esposti a patologie serie come miocarditi e ictus.
Su 1 milione e 238 mila dosi somministrate, le reazioni avverse gravi correlate segnalate all’Usl 2 sono state 11. «Cinque reazioni allergiche, una crisi convulsiva, tre aritmie, una miocardite e una sindrome di Guillain Barre (paralisi temporanea) – elenca il dg Francesco Benazzi -. Abbiamo poi avuto 133 segnalazioni di reazioni lievi come insonnia, orticaria, capogiro. Le reazioni gravi sono lo 0,0008% e le lievi lo 0,05% delle dosi somministrate. Ci sono state altre 544 segnalazioni di cittadini per episodi non correlati. E nessun decesso». Nello stesso periodo il Covid ha contagiato un trevigiano su 10 (89 mila casi su 885 mila abitanti) e i morti sono stati 1.849.
Le statistiche su miocarditi e ictus sono quelli che spiegano in modo più limpido le differenze con i casi in letteratura: entrambe le patologie sono cresciute con il diffondersi dell’epidemia. «I casi di miocardite, in natura, sono 61 per ogni milione di abitanti – ha spiegato Carlo Cernetti, primario di Cardiologia -. Dopo il vaccino sono stati registrati 6 casi per ogni milione di abitanti in Canada, 21 in Israele, 7 negli Usa. Uno studio su atleti americani ha verificato che su 9.300 persone, 2.600 avevano contratto il virus e 1.597 di questi hanno sviluppato una miocardite. Chi si ammala di Covid ha maggiori possibilità di sviluppare una miocardite rispetto a chi non contrae il virus, abbiamo avuto maggiori entrate di pazienti compromessi dal Covid nel periodo di maggiore contagiosità del virus, da ottobre 2020 a marzo 2021. La scienza spiega questi fenomeni con grande chiarezza». I casi di ictus cerebrale sono aumentati dell’1,4% a causa delle infiammazioni dovute al virus. «I sintomi neurologici dovuti al vaccino Covid sono stati prevalentemente lievi – evidenzia Domenico Marco Bonifati, primario di Neurologia -, simili a sintomi post vaccino anti-influenzale. Notiamo piuttosto un effetto nocebo nel 30% dei casi, che è l’opposto dell’effetto placebo, cioè una maggiore preoccupazione dopo la somministrazione». Per entrambi i primari il rapporto rischi – benefici è nettamente a favore del vaccino, contrarre il virus è più pericoloso: «Il rischio zero non esiste in nessun farmaco ma proteggersi dal virus è importante e gli eventi avversi si calcolano in percentuali minime».
L’autopsia su Nadia Positello, la gelatiera morta all’ospedale di Montebelluna, ha confermato che non ci sono correlazioni fra il decesso e la somministrazione di vaccino che la signora aveva ricevuto due settimane prima. «La sequenza temporale fra due episodi non è un nesso causale – sottolinea Cernetti -. Una cosa sono le opinioni, un’altra cosa i fatti. I numeri contano. Ancora molti colleghi medici si rivolgono ai pazienti sulla base di impressioni. Per quanto mi riguarda, oggi abbiamo strumenti, ricerche e dati per parlare ai pazienti sulla base di numeri ed evidenze».