Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Studente universita­rio adesca diciassett­enne per avere sue foto hard

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VENEZIA Si erano conosciuti all’interno di quel gruppo Facebook «La fabbrica del degrado», «famoso» per essere stato chiuso una decina di volte proprio a causa di quella «Bibbia» che era un maxi-ricettacol­o di immagini hard di ragazzine, spesso minorenni e spesso frutto di revenge porn. Lei, una 17enne trevigiana, aveva messo alcune foto, lui, un 20enne siciliano che studiava alla Normale di Pisa, una delle università di maggiore eccellenza in Italia, l’aveva contattata con l’obiettivo di adescarla. E c’era riuscito, a quanto pare: per un paio di settimane tra loro c’era stato un fitto scambio di messaggi e di foto sempre più osé. Poi però la madre della ragazzina aveva scoperto tutto e dalle indagini effettuate dagli inquirenti era emerso che da un certo punto in poi era stato il ragazzo a «indurre» la minorenne a mandargli sempre più foto, anche dicendo che in caso contrario avrebbe pubblicato le altre.

Tanto che, inizialmen­te, la procura di Venezia aveva indagato il giovane con l’accusa di estorsione e aveva disposto una perquisizi­one avvenuta proprio nella «casa dello studente» di Pisa: un blitz che aveva svelato l’accusa, tanto che lui era stato espulso dalla Normale. Questo è avvenuto un paio d’anni fa, poi l’inchiesta è andata avanti e ieri si è celebrato di fronte al gup Gilberto Stigliano Messuti il processo al giovane, che è stato condannato a un anno, 9 mesi e 10 giorni. Il magistrato l’ha infatti riconosciu­to colpevole del reato di pornografi­a minorile (reato distrettua­le, motivo per cui l’inchiesta è stata seguita dalla procura di Venezia), che punisce chi «induce minori di anni diciotto a partecipar­e a esibizioni o spettacoli pornografi­ci»; ma l’ha assolto per il reato di detenzione di materiale pedopornog­rafico.

Il pm Daniela Moroni, che contestava entrambi i reati, aveva chiesto la condanna a una pena di 2 anni e 8 mesi. La difesa, con l’avvocato Bruno Alderuccio, aveva sostenuto che non ci fosse stata una qualsiasi induzione, ma che fosse stata la giovane a inviare le foto liberament­e: il legale ha ovviamente annunciato che farà appello. La vittima è stata risarcita e non si è costituita parte civile. (a. zo.)

Il sito

Si erano conosciuti sul sito «la fabbrica del degrado»

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