Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Ovs punta ad altre acquisizioni «Qui la gente ama ancora i negozi»
Beraldo lancia il «bond sostenibile» da 200 milioni: interessi legati agli obiettivi Esg
VENEZIA «Stiamo osservando diversi dossier ma sempre con la logica di creare del valore anche per chi oggi quegli asset li detiene, cerchiamo possibilità di nuove acquisizioni interessanti per noi nel senso della complementarietà, non reti di negozi qualsiasi». Lo ha ribadito ieri Stefano Beraldo, amministratore delegato di Ovs, nel corso della presentazione, avvenuta a Milano, del nuovo prestito obbligazionario Sustainability linked da 200 milioni di euro, in offerta al mercato dal prossimo 27 ottobre e destinato a sostituire un’esposizione di identico valore all’interno della struttura attuale del debito (318 milioni in totale), che comprende 100 milioni di finanziamento «revolving» e 100 con garanzia Sace.
Dopo l’acquisto di Stefanel, dunque, la società veneta quotata in Borsa non esclude nuove espansioni e conferma, in parte, l’interesse già espresso alcuni mesi fa verso Combipel. «Però guardiamo solo a un certo numero di punti vendita - prosegue Beraldo - corrispondenti a una logica che parte dalla constatazione di come gli italiani stiano maturando un comportamento più articolato che in passato. È quella che io chiamo l’Italia dei campanili, ossia l’inclinazione verso negozi vicini a dove vive la gente, anche piccoli, perché qui non si comprano tutti i prodotti di prezzo basso sui canali di e-commerce. Upim è per questo perfettamente tarata».
Ovs, in ogni caso, continua a crescere ed è in grado di vantare un aumento della quota di mercato di 100 punti base negli ultimi 12 mesi, salendo dall’8,2% al 9,2% (era al 2% quando, 15 anni fa, passò all’attuale gestione), con un saldo fra nuove aperture e chiusure di negozi di fatto pari a zero. Le vendite online sul portale proprio hanno evidenziato una dinamica superiore a quella dei canali digitali specializzati e il mix di marchi entrati di recente nel perimetro, a cominciare da Piombo, scelti per il loro posizionamento complementare, sembra aver pagato in modo soddisfacente, anche con il sostegno di «negozi sempre più belli ed efficaci campagne di comunicazione». Ovviamente, Ovs non è stata risparmiata dalle complicazioni innescate dall’anno del Covid, a cominciare dagli appesantimenti patiti nella catena delle forniture, sia per i tempi di consegna sia per la moltiplicazione dei costi di trasporto. «Ma i disagi stanno rientrando – aggiunge ancora il top manager – e la merce arrivata troppo tardi la venderemo il prossimo anno. Non posso pensare che il fenomeno sia permanente, e comunque non siamo ultraveloci e non usiamo le linee aeree, una scelta che sarebbe contraria alla sostenibilità».
Sostenibilità che, lungi dall’essere un’enunciazione di principio utile solo a impreziosire il marchio, nel caso del bond va a incidere direttamente sul tasso di interesse. Che sarà pari a un minimo lordo del 2% ma che potrebbe incrementarsi dello 0,25% se, nell’arco del triennio concordato, Ovs non raggiungerà gli obiettivi Esg fissati. In che modo? «Già rispetto al 2016 – prosegue Beraldo – abbiamo ridotto le emissioni dell’85% ed entro il 2024 dobbiamo far scendere ancora del 21% il dato rilevato nel 2019. Questo lo perseguiremo intervenendo sui fattori di inquinamento direttamente generati da noi, per esempio ripensando a tutte le caratteristiche dei negozi ristrutturati, dall’illuminazione a led ai materiali degli arredi, e contenendo l’impiego di trasporti aerei, oggi per noi l’8% ma responsabili dell’80% dei fumi emessi. Il secondo aspetto riguarda i comportamenti dei nostri fornitori, con le produzioni legate per esempio a cotone non organico o poliestere riciclato, il tutto certificato da enti indipendenti».
Ovs ha chiuso il secondo trimestre con vendite a +11% rispetto al 2019 e la prima metà dell’anno a 599,2 milioni, contro un totale 2020 pari a 1.018,5 milioni.