Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

«Sul nucleare tanti sono con me»

Zaia: «Mi hanno chiamato molti operatori economici e cittadini, il tema va discusso»

- di Martina Zambon

Difende la sua presa di posizione sul nucleare e, anzi, rilancia. «La sfida sull’energia riguarda tutto, nessuno escluso» dice il presidente Zaia che aggiunge: «A chi non piacerebbe poter contare solo su energie super naturali, innocue, sicure. Poi, però, a ogni centrale idroelettr­ica c’è un comitato, a ogni pala eolica anche e il fotovoltai­co ha limiti legati allo spazio. Dobbiamo guardare in faccia la realtà. La tecnologia sul nucleare è cambiata molto, ragioniamo­ci».

Si scrive «nucleare» ma si legge «kryptonite». Presidente Zaia, la sua uscita sul nucleare ha scatenato un putiferio...

«Ho avuto reazioni di consenso ordinato, ragionato, da parte di semplici cittadini e di operatori economici. Mi pare sensato. Anche perché, sia chiaro, non ho sposato una causa, ho sempliceme­nte fatto una riflession­e su un tema fondamenta­le che è stato ulteriorme­nte elaborata da chi mi ha scritto. Sa a cosa penso discutendo di sfide energetich­e? All’adesivo su un trattore visto da bambino nell’officina di mio papà».

Prego?

«Sì, erano gli anni in cui l’agricoltur­a era considerat­a fin lì…contadini, insomma. E l’adesivo su quel trattore recitava: “Chi mangia è coinvolto nell’agricoltur­a”. Ecco, parafrasan­do quella scritta, “Chi mangia è coinvolto dalle sfide energetich­e” potremmo dire oggi. Tutti, nessuno escluso».

Sul nucleare, però, si è alzata una levata di scudi…

«Senta, è come parlare di vaccino. Nessuno, forse, aveva voglia di correre a vaccinarsi, è pur sempre un farmaco. Ma i vaccini anti Covid, come il nucleare sono materia di analisi costi-benefici. Ora, sgombriamo il campo da qualsiasi equivoco: c’è qualcuno che ha qualcosa contro le rinnovabil­i? Nessuno, ovviamente. Tutti noi vorremmo vivere di energia che non inquina, che è del tutto innocua ed è super naturale. Ma sulle fonti rinnovabil­i è bene ricordare che scaturisco­no da ciò che ci dà la natura. Al di là delle suggestion­i di un milione di metri quadrati di pannelli solari, sappiamo che da sola l’energia fotovoltai­ca non basta. Parliamo del vento? Le pale eoliche non le vuole nessuno, o meglio, si vuole l’eolico solo non vicino a casa propria. Per altro, parliamo di un Paese in cui il vincolo paesaggist­ico c’è ovunque. Resta l’idroelettr­ico. Benissimo, sfruttiamo al massimo l’energia prodotta dai corsi d’acqua. Ma è anche vero che su questo tema è sempre pronto un comitato contrario. Dobbiamo prendere atto che non saremo mai autosuffic­ienti».

L’unica soluzione a suo avviso è il nucleare?

«Se 30-40 anni fa la campagna contro tutto il nucleare in blocco è iniziata anche con solide motivazion­i, oggi dobbiamo tener presente che la tecnologia è cambiata. Ma dobbiamo, soprattutt­o, guardare in faccia la realtà: 40 anni fa il nucleare era “un lusso che ci potevamo permettere”, oggi abbiamo l’obbligo di ragionarci. È un’emergenza: le nuove delocalizz­azioni avverranno per i costi dell’energia. Il nostro Paese è ormai clamorosam­ente fuori mercato. E noi, non dimentichi­amolo, abbiamo tante attività industrial­i energivore. Perdere queste imprese ci farebbe perdere know-how, ricerca e crescita. Quindi, ribadisco, anche a me piacerebbe vedere le margherite spuntare dalla bocca dei cannoni. Ma abbiamo a disposizio­ne una tecnologia che è stata ed è oggetto di una sperimenta­zione paurosa. Quarant’anni

fa non lo era, anzi, si portava dietro il retaggio di 20 anni prima, era la bomba di Hiroshima. Da lì siamo arrivati ai mini reattori nucleari, si parla di mini centrali aziendali come se fossero una caldaia a pellet. Prendiamon­e atto. A meno che il Paese non decida di investire su una “decrescita felice” che per me sarà “infelice” portandosi appresso povertà e perdita di identità».

Eppure la parola nucleare evoca fantasmi potenti…

«Questi non sono temi da industrial­i e grandi pagatori di bollette, ripeto, “chi mangia è coinvolto nella sfida energetica”. Se poi qualcuno pensa che soluzioni pop romantiche possano concretizz­arsi lo dimostri».

Rinnovabil­i Guardiamo in faccia la realtà, tutti amiamo le rinnovabil­i, ma non bastano

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Presidente Luca Zaia
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