Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
«Sul nucleare tanti sono con me»
Zaia: «Mi hanno chiamato molti operatori economici e cittadini, il tema va discusso»
Difende la sua presa di posizione sul nucleare e, anzi, rilancia. «La sfida sull’energia riguarda tutto, nessuno escluso» dice il presidente Zaia che aggiunge: «A chi non piacerebbe poter contare solo su energie super naturali, innocue, sicure. Poi, però, a ogni centrale idroelettrica c’è un comitato, a ogni pala eolica anche e il fotovoltaico ha limiti legati allo spazio. Dobbiamo guardare in faccia la realtà. La tecnologia sul nucleare è cambiata molto, ragioniamoci».
Si scrive «nucleare» ma si legge «kryptonite». Presidente Zaia, la sua uscita sul nucleare ha scatenato un putiferio...
«Ho avuto reazioni di consenso ordinato, ragionato, da parte di semplici cittadini e di operatori economici. Mi pare sensato. Anche perché, sia chiaro, non ho sposato una causa, ho semplicemente fatto una riflessione su un tema fondamentale che è stato ulteriormente elaborata da chi mi ha scritto. Sa a cosa penso discutendo di sfide energetiche? All’adesivo su un trattore visto da bambino nell’officina di mio papà».
Prego?
«Sì, erano gli anni in cui l’agricoltura era considerata fin lì…contadini, insomma. E l’adesivo su quel trattore recitava: “Chi mangia è coinvolto nell’agricoltura”. Ecco, parafrasando quella scritta, “Chi mangia è coinvolto dalle sfide energetiche” potremmo dire oggi. Tutti, nessuno escluso».
Sul nucleare, però, si è alzata una levata di scudi…
«Senta, è come parlare di vaccino. Nessuno, forse, aveva voglia di correre a vaccinarsi, è pur sempre un farmaco. Ma i vaccini anti Covid, come il nucleare sono materia di analisi costi-benefici. Ora, sgombriamo il campo da qualsiasi equivoco: c’è qualcuno che ha qualcosa contro le rinnovabili? Nessuno, ovviamente. Tutti noi vorremmo vivere di energia che non inquina, che è del tutto innocua ed è super naturale. Ma sulle fonti rinnovabili è bene ricordare che scaturiscono da ciò che ci dà la natura. Al di là delle suggestioni di un milione di metri quadrati di pannelli solari, sappiamo che da sola l’energia fotovoltaica non basta. Parliamo del vento? Le pale eoliche non le vuole nessuno, o meglio, si vuole l’eolico solo non vicino a casa propria. Per altro, parliamo di un Paese in cui il vincolo paesaggistico c’è ovunque. Resta l’idroelettrico. Benissimo, sfruttiamo al massimo l’energia prodotta dai corsi d’acqua. Ma è anche vero che su questo tema è sempre pronto un comitato contrario. Dobbiamo prendere atto che non saremo mai autosufficienti».
L’unica soluzione a suo avviso è il nucleare?
«Se 30-40 anni fa la campagna contro tutto il nucleare in blocco è iniziata anche con solide motivazioni, oggi dobbiamo tener presente che la tecnologia è cambiata. Ma dobbiamo, soprattutto, guardare in faccia la realtà: 40 anni fa il nucleare era “un lusso che ci potevamo permettere”, oggi abbiamo l’obbligo di ragionarci. È un’emergenza: le nuove delocalizzazioni avverranno per i costi dell’energia. Il nostro Paese è ormai clamorosamente fuori mercato. E noi, non dimentichiamolo, abbiamo tante attività industriali energivore. Perdere queste imprese ci farebbe perdere know-how, ricerca e crescita. Quindi, ribadisco, anche a me piacerebbe vedere le margherite spuntare dalla bocca dei cannoni. Ma abbiamo a disposizione una tecnologia che è stata ed è oggetto di una sperimentazione paurosa. Quarant’anni
fa non lo era, anzi, si portava dietro il retaggio di 20 anni prima, era la bomba di Hiroshima. Da lì siamo arrivati ai mini reattori nucleari, si parla di mini centrali aziendali come se fossero una caldaia a pellet. Prendiamone atto. A meno che il Paese non decida di investire su una “decrescita felice” che per me sarà “infelice” portandosi appresso povertà e perdita di identità».
Eppure la parola nucleare evoca fantasmi potenti…
«Questi non sono temi da industriali e grandi pagatori di bollette, ripeto, “chi mangia è coinvolto nella sfida energetica”. Se poi qualcuno pensa che soluzioni pop romantiche possano concretizzarsi lo dimostri».
Rinnovabili Guardiamo in faccia la realtà, tutti amiamo le rinnovabili, ma non bastano