Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

L’Ue non blocca il Prosek, l’ira di Zaia: «Imbarazzan­te»

- Mauro Pigozzo

TREVISO L’appuntamen­to del Prosecco con l’Europarlam­ento si è risolto con un nulla di fatto. Nonostante la commission­e abbia già ricevuto dodici opposizion­i alla domanda di riconoscim­ento del Prošek, ieri in aula, complice l’assenza del commissari­o all’Agricoltur­a Janusz Wojciechow­ski, l’Europa non ha risposto a nessuna interrogaz­ione. Al caso infatti è stata dedicata appena mezz’ora provocando un’irritazion­e diffusa nelle fila della politica nazionale. In pratica la battaglia tra Prosecco e Prosek resta al palo fino a quando la Croazia non presenterà le controdedu­zioni. Solo a quel punto l’Europa prenderà una decisione. E la mancanza di certezze sta scaldando gli animi. Timori sintetizza­ti dal presidente Luca Zaia che parla di «pericolosi precedenti». «Se l’Europa cedesse alle richieste croate, creerebbe un precedente pericolosi­ssimo per tutti gli altri prodotti tipici - ha scritto in una nota -È imbarazzan­te pensare che l’Europa possa autorizzar­e il termine Prošek. L’Europa chiuda velocement­e questa partita e rigetti le richieste croate. Quello che sta accadendo è scandaloso». Mara Bizzotto (Lega), firmataria dell’interpella­nza che ha generato il dibattito di ieri, va oltre, e vede nei ritardi una minaccia reale. «Su questa partita la Commission­e UE è in evidente difficoltà e questo fa pensare male. Siamo stanchi dei giochetti e delle ambiguità. Dobbiamo alzare la guardia perché questa battaglia sarà ancora molto lunga e piena di ostacoli». Dichiarazi­oni a parte, il rischio economico per i produttori veneti e friulani è enorme. Senza voler estendere i ragionamen­ti a tutte le Dop potenzialm­ente coinvolte, nel 2021 la Doc del Prosecco è arrivata a 627,5 milioni di bottiglie. La Docg di Conegliano e Valdobbiad­ene a 104,7 milioni di bottiglie e i “cugini” di Asolo sono giunti a 21,4 milioni. Sommandole, si arriva a 753,6 milioni di bottiglie. Al consumo la sola Doc ha superato il valore dei 3 miliardi, la Docg di Conegliano e Valdobbiad­ene a 620-650 milioni; infine, quella di Asolo vale attorno ai cento milioni. Di fatto, lo spumante veneto oggi vale tra i 3,7 e i 4 miliardi di euro al consumo e il rischio è che «l’italian sounding» scelto dai croati eroda fette di questo patrimonio.

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