Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Galleria Comelico, muro contro muro

Offerta Anas: chiusure a singhiozzo solo per mezz’ora. I sindaci: «No, vogliamo strada alternativ­a»

- Moreno Gioli

BELLUNO Fumata nera in galleria. E non si vede ancora luce in fondo al tunnel. Ennesimo nulla di fatto nel braccio di ferro tra sindaci e Anas in merito alla chiusura della galleria «Comelico» sulla strada statale 52 «Carnica», per lavori di manutenzio­ne e ammodernam­ento che la società giudica «urgenti e improcrast­inabili».

In ballo il futuro prossimo di un’intera vallata, preoccupat­a per i due anni di lavori previsti che rischiano di sferrare un colpo mortale all’economia e alla demografia della zona, già da tempo a rischio crisi economica e spopolamen­to.

Ieri i primi cittadini dei cinque Comuni del Comelico (più i sindaci di Auronzo e Sappada e Alfredo Comis per il comitato civico «Galleria Comelico bis»), affiancati dai loro tecnici hanno incontrato i rappresent­anti di Anas e il prefetto, Mariano Savastano. Due ore di confronto che hanno però partorito il classico topolino.

«Anas non ha cambiato la sua posizione — lamenta Comis — aprendo solo a una modifica delle fasce orarie. Dal senso unico alternato ogni due ore al transito ogni mezz’ora».

Una proposta che i sindaci, compatti, giudicano irricevibi­le. «Non l’abbiamo nemmeno presa in consideraz­ione — aggiunge Giancarlo Ianese, sindaco di Danta e presidente dell’Unione montana del Comelico — Per noi la priorità resta l’evitare la chiusura della galleria per due anni».

Leggasi ripristino della vecchia «Strada della Valle», dismessa dopo la realizzazi­one della galleria. «Anas dice che non è di sua competenza perché la strada è adesso comunale — proseguono Comis e Ianese — e ci ha invitato a trovare i soldi per la sua sistemaNes­sun zione. Noi ci stiamo provando, ma è molto più semplice farlo per una società come Anas».

Una nuova riunione fissata il 10 marzo, ma i presuppost­i per superare lo stallo non paiono esserci. «Anche a causa del comportame­nto di Anas — attacca Ianese — che sta denotando molta arroganza e non intende ascoltare il territorio».

passo avanti nemmeno sui tempi. «I tecnici della società non ci hanno fornito ancora date precise — spiega Comis — ribadendo solo che gli interventi per loro non sono rinviabili».

Resta in piedi la strada della politica. Ieri il deputato di Forza Italia, Dario Bond, ha lanciato un appello al ministro Federico D’Incà. «Organizzi nel più breve tempo possibile un incontro con l’ingegner Aldo Isi, direttore generale di Anas e persona ragionevol­e — ha scritto — con tutti i parlamenta­ri della provincia e con una rappresent­anza delle comunità comeliane. È necessario che Anas nazionale comprenda la pressione che arriva dal territorio e studi modalità alternativ­e per tenere la galleria aperta durante i lavori. Impossibil­e che gli uffici regionali di Anas adottino una posizione così rigida verso la montagna bellunese. Gli amministra­tori di Anas e il ministro Giovannini devono sapere cosa accade sui territori, lontano da Roma».

Ma se anche questa strada dovesse rivelarsi senza uscita? Che fare? Ianese non si sbilancia, ma è chiaro che sindaci e comitato non escludono il ricorso alle vie legali. «Per il momento non dico nulla — le parole del sindaco di Danta — ma non abbiamo nessuna intenzione di arrenderci».

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Scenari Il 10 marzo fissato un altro meeting ma parti lontane Idea del deputato Bond: «Subito tavolo di trattativa»

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