Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Kering Eyewear, altro record I ricavi superano i 700 milioni
Nel 2021 rimbalzo oltre il pre-pandemia. E Bottega Veneta tocca gli 1,5 miliardi
Kering Eyewear supera il tetto dei 700 milioni di ricavi nel 2021. Dopo la battuta d’arresto del 2020, quando la marcia di sviluppo aveva dovuto fare i conti con la pandemia, ha ripreso subito la corsa nel 2021 l’azienda che il colosso del lusso francese Kering aveva creato otto anni fa, basata a Padova e affidata al manager Roberto Vedovotto dopo la sua uscita da Safilo, per gestire direttamente il business degli occhiali delle proprie griffe del lusso, sconvolgendo il tradizionale schema dell’affidamento attraverso le licenze ai grandi produttori.
Così nella presentazione, ieri, dei risultati del gruppo che fa capo a François-Henri Pinault (che oltre a Gucci detiene anche Bottega Veneta, che per inciso ha superato gli 1,5 miliardi di ricavi), che ha raggiunto nel 2021 i 17,6 miliardi di ricavi, +13% sul 2019, e 3,1 miliardi di utile, spicca anche il risultato dell’azienda degli occhiali, che ha toccato il nuovo record di 706 milioni di euro di ricavi totali, con una «forte ripresa rispetto all’anno della pandemia - come afferma la presentazione di ieri - e il ritorno a una crescita trasversale tra griffe, segmenti di prodotto e aree geografiche, e specialmente in Europa e Nord America».
Un dato che rappresenta un solido rimbalzo del 45% rispetto ai 487 milioni di ricavi totali registrati nel 2020 della pandemia, ma anche un livello di fatturato superiore del 18% rispetto al dato 2019, che aveva già segnato il record dei 596 milioni di ricavi totali. Risultati su cui ha tra l’altro contribuito solo in parte l’acquisizione della casa danese di alta gamma Lindberg, chiusa a settembre 2021, che aveva fatto segnare ricavi intorno ai 100 milioni di euro nel 2019, e che risulta consolidata nei conti di Kering Eyewear solamente per l’ultimo trimestre. Fatto che segnala quindi come l’azienda padovana possa già mettere in conto per quest’anno, con il consolidamento pieno, un ampio margine di crescita.
Il report finanziario di Kering segnala ancora, rispetto alla crescita dei ricavi della sua divisione negli occhiali, come i risultati siano dovuti solo marginalmente all’aggiunta di ulteriori due licenze - Chloé e Dunhill - a inizio anno, mentre «è derivata principalmente dall’eccellente gestione di Kering Eyewear, dalla sua agilità e dalla sua capacità d’innovazione». L’Europa resta il mercato principale, seguito dalle Americhe, mentre l’area Asia-Pacifico, Giappone incluso, «è diminuita leggermente nel 2021, a causa del forte peso del travel
retail (le vendite legate al turismo, ai viaggi e ai negozi nelle aree aeroportuali, ndr) in quella regione».
Sul fronte distributivo, Kering segnala poi nel suo documento finanziario annuale come oltre il 50% dei ricavi derivi dal segmento ottici, unico rimasto stabile anche nel 2020, «risultato che testimonia l’efficacia commerciale della società». La crescita dei ricavi e il controllo dei costi, oltre alla fine del pagamento della compensazione a Safilo per il ritiro anticipato delle licenze, «ha poi determinato una netta crescita del margine operativo» (il bilancio 2020 di Kering Eyewear spa testimonia per altro di un utile netto di 8,3 milioni di euro perfino nel 2020 anno nero della pandemia e di 14,8 nel 2019), a cui è dovuta una buona fetta della riduzione di 74 milioni dei complessivi costi assegnati alla funzione corporate, in cui sono contabilizzati i numeri di Kering
Eyewear.
Sul fronte Kering va poi segnalato anche il risultato dell’altra azienda del colosso del lusso francese, Bottega Veneta, che ha superato il miliardo e mezzo di ricavi, rispetto ai 1.210 milioni del 2020 e ai 1.168 del 2019, con 286 milioni di margine operativo contro i 215 del 2019. E un livello di vendite online, la cui gestione è ora diretta, quattro volte quella 2019.