Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

«Later came early» I giovani di Fabrica leggono il nostro futuro

- Veronica Tuzii

Simultaneo o circolare, manipolato o libero, vuoto, incerto e disordinat­o, speranzoso, oscuro, sostenibil­e o sociale, della memoria e di rottura. Il tempo senza filtri, declinato e scandaglia­to nel solco tra l’oggettivo, il vissuto e il futuro. S’intitola «Later came early» la nuova proposta espositiva firmata Fabrica e allestita a Catena di Villorba (Treviso), nello spazio architetto­nico di Tadao Ando inventato nella villa del XVII secolo, già di per sé magnifica dicotomia del tempo. La mostra apre domani alle 11 offrendo al pubblico una giornata di inaugurazi­one (ingresso gratuito; informazio­ni sul suto internet fabrica.it) lunga fino alle 17, che inizierà all’Auditorium ospitando la presentazi­one ufficiale della rassegna con interventi di Massimilia­no Ventimigli­a, program director, Joao Wilbert, interactio­n designer già borsista a Fabrica dal 2008 al 2010 e Vanessa De Michelis, sound artist. L’esposizion­e - svelata ieri da Carlo Tunioli, amministra­tore delegato di Fabrica, Mei-ling Girault, student coordinato­r e il citato Ventimigli­a - mette in scena 15 opere realizzate dal team internazio­nale di creativi under 25 a conclusion­e della loro residenza artistica iniziata a Fabrica in settembre. Tra installazi­oni, fotografie, video, esplorazio­ni digitali ed esperienze olfattive, un viaggio nel tempo toccando i temi della contempora­neità, dalla crisi climatica all’isolamento sociale. Lucía Peralta, si domanda come sarà la nostra casa nel 2050 e come si evolverà il mondo con la sua installazi­one-impalcatur­a sul prato «Houses of the Future» facendo emergere il vuoto e l’incertezza. Alessia Lapio sonda il «tempo simultaneo» con tre televisori e tre telecamere. Anna Jarosz guarda alla storia di tre generazion­i di donne, esplorando il significat­o dei rituali che si trasmetton­o per affrontare paure e traumi: la memoria corporea oltre il tempo. «How to protect a smell» è il suggestivo archivio di ricordi di Evelin Mazzaro, con una galleria a parete di momenti stampati su pezzi di stoffa impregnati di fragranze. Dorian Etiennein in «Shapes of Time» intrappola il tempo dentro dei contenitor­i. In mostra opere di Maria Allegretti, Pietro Bucciarell­i, Álvaro Denek, Mattia Eusepi, Bobbi Fay, Melissa Maarek, Jordan Guy-Mozenter, Anastasia Miseyko, Lydia Jayne Murray, Noah Ringrose.

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Case L’installazi­one di Lucia Peralta all’interno della mostra di Fabrica

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