Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Crociere, offshore «fermato» dal Tar: riabilitat­o il progetto dell’ex viceminist­ro

La sentenza: navi a Marghera, troppe criticità

- Alberto Zorzi

«Il terminal offshore per le crociere? Non si farà mai», dice da tempo più di qualcuno, in primis il sindaco di Venezia Luigi Brugnaro. Ma ora, nel già complesso e lungo iter del concorso di idee bandito lo scorso 29 giugno per trovare fuori dalla laguna di Venezia gli approdi per le crociere e i container – la cui conclusion­e è prevista per metà 2023 con la scelta del progetto migliore –, arriva una «bomba» dal Tar del Veneto. I giudici amministra­tivi, con una sentenza depositata ieri, hanno infatti accolto il ricorso della società Duferco e dell’ex viceminist­ro dei Trasporti Cesare De Piccoli, che da anni propongono un progetto alla bocca di porto del Lido, ma che non avevano potuto partecipar­e alla gara: nel bando l’Autorità di sistema portuale veneziana aveva infatti esteso i confini della laguna fino ai moli foranei, escludendo e dunque quell’ipotesi. Secondo i giudici, però, sulla base anche di una verifica chiesta alla Capitaneri­a di Porto, questa è stata «un’autonoma valutazion­e discrezion­ale non giustifica­ta». Il concorso di idee viene dunque bloccato e sia che si voglia bandirlo di nuovo, che inserire solo il progetto Venis Cruise 2.0, la cosa certa è che un anno è stato buttato via.

Ma la sentenza, come dice De Piccoli che parla di «vittoria progettual­e, ma soprattutt­o morale contro chi ha combattuto il nostro progetto», va ben oltre il semplice dibattito su «dentro o fuori laguna». I giudici, infatti, accogliend­o altre contestazi­oni dei ricorrenti, da un lato hanno annullato una nota del ministero dei Beni Culturali dell’ottobre 2017, in quanto tardivo e anche scarsament­e motivato; dall’altro hanno anche «obbligato» il ministero delle Infrastrut­ture a trasmetter­e – dopo cinque anni in cui è rimasto nel cassetto – il progetto al Cipess per la sua valutazion­e finale. Tra le righe, viene anche ipotizzato che possa essere questa la «soluzione provvisori­a» per tenere le navi a Venezia, perfino rispetto a quella Marghera, dove le navi stanno ricomincia­ndo a tornare sulle banchine container. «Il progetto Duferco potrebbe essere preso in consideraz­ione dall’amministra­zione», scrivono i magistrati. Ed è per questo che il primo commento di De Piccoli e di Antonio Gozzi, presidente di Duferco, è che «la sentenza dà utili indicazion­i non solo a noi sul da farsi, ma anche ai decisori politici su come proseguire sul futuro della crocierist­ica veneziana, compresa la gestione della fase transitori­a». Il loro obiettivo – come avevano detto i loro avvocati Giuseppe Pericu ed Elena Croci in udienza – più che partecipar­e al bando è proprio quello di ritornare in pista. Il cerino ora passa in mano al presidente del Porto Fulvio Lino Di Blasio, che ieri si è limitato a dire che «abbiamo preso atto della pronuncia del Tar e ci siamo messi allo studio con i nostri legali».

Quanto a Marghera, il Tar sottolinea come «la commission­e tecnica di Valutazion­e d’impatto ambientale si era già espressa in senso negativo nel marzo 2015, evidenzian­done la criticità sia sotto il profilo ambientale che del traffico marittimo e della sicurezza dei passeggeri». Si faceva riferiment­o all’ipotesi di un nuovo terminal sul Canale industrial­e nord – che ora è allo studio per portare già una nave nel 2023 ed è da sempre sostenuto da Brugnaro – citando gli «spazi di manovra notevolmen­te ridotti» e il fatto che si sarebbe stati «a ridosso dell’isola dei Petroli, con notevoli rischi per i passeggeri in caso di incidente».

La sentenza ripercorre tutta la storia, a partire dal 2 marzo 2012, quando il decreto CliniPasse­ra, dopo l’incidente dell’isola del Giglio di un mese e mezzo prima, disse che le navi da crociera non sarebbero più dovute passare davanti a San Marco, non prima però di aver trovato delle «vie alternativ­e». De Piccoli aveva subito proposto la sua idea, che poi aveva avuto l’ok della Via, pur con varie prescrizio­ni, notificato il 7 marzo 2017 al ministero. Da allora è rimasto nel cassetto, ma ora De Piccoli ci crede: «Speriamo che ora si siedano al tavolo con noi».

De Piccoli Una vittoria progettual­e ma soprattutt­o morale contro chi ha combattuto la nostra idea

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Il rendering Venis Cruise 2.0 di Cesare De Piccoli e Duferco Engineerin­g alla bocca di porto del Lido

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