Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

C’ Le 14 notti di Zucchero «L’Arena è unica Qui mi sento a casa»

- Marianna Peluso

è tutta l’energia di due anni persi senza musica live nel primo grande concerto di Zucchero in Arena, lunedì, il primo a capienza piena, il primo di 14 serate con l’artista emiliano, nonché il primo di una lunga carrellata di star che da qui ad autunno inoltrato accogliera­nno gli spettatori a colpi di 12mila al giorno. «Grazie per avermi aspettato - ha detto Sugar a metà scaletta, alludendo ai concerti rimandati dal 2020 al 2021 e poi al 2022 – due anni in cui abbiamo dovuto posticipar­e 150 concerti in giro per il mondo. Ma è incredibil­e che siate tutti qua».

Chi ricordava più il boato dell’anfiteatro straripant­e applausi, dei piedi battuti sui gradoni e la platea con le mani al cielo? Solo la mascherina Ffp2 resta il dettaglio che fa la differenza tra il 2019 (ultima estate prepandemi­a) e oggi. «Qualche giorno fa abbiamo suonato alla Royal Albert Hall – ovvero da dove è partito il World Wild Tour 2022, spiega quando scende dal palcosceni­co –. A Londra è tutto libero, si sta senza mascherine. Appena arrivato in Italia, ho chiesto a Laura Vergani (del management di Zucchero, ndr) se in Arena fosse permesso alzarsi a ballare. Perché se la gente non può farlo, è inutile che io la aizzi». Non c’è stato bisogno di farlo, perché il pubblico si è alzato eccome, cantando e ballando su brani indelebili come Per colpa di chi, Baila, Solo una sana e consapevol­e libidine e Diavolo in me, davanti a uno schermo a forma di sole, unico orpello scenografi­co a incendiare il palcosceni­co. «Io cerco di rendere il concerto il più leggero possibile – continua – ma ci sono alcuni brani riferiti all’attualità, per esempio Sarebbe questo il mondo e Ci si arrende: non amo essere palese, è un repertorio sottilment­e mirato».

Apre il concerto Doctor Jesus di Ella Fitzgerald, come una preghiera recitata, in silenzio liturgico, per guarire i mali del mondo. «In Madre Dolcissima ho cambiato lo speech iniziale – rivela Fornaciari – invece degli “albanesi”, ho sostituito il soggetto con

“ucraini”. C’era la guerra in Jugoslavia, poi in Kosovo, in Afghanista­n e siamo ancora lì, niente di nuovo». Tra i 30 brani, che cambiano ogni sera «per rispetto del pubblico, di chi arriva da lontano che magari ha preso più biglietti per sere diverse» tutti i suoi più grandi successi e brani tratti dall’ultimo album «Discover». «Ovunque poso il mio cappello, quella è casa mia» è l’ultima frase che compare sullo sfondo, presa in prestito da Marvin Gaye, prima che le luci si riaccendan­o, mettendo fine al sogno blues di questa prima notte con Zucchero: «Io mi sento a casa quando arrivo in Arena – conclude –. Ho suonato all’Arena di Arles, quella di Nîmes, ma non sono come l’Arena di Verona, dove ti senti avvolto da 12mila persone e ti sembra di toccarle tutte. L’Arena di Verona è unica». Gli ultimi biglietti per i concerti a Verona fino all’11 maggio sono disponibil­i su www.friendsand­partners.it e www.ticketone.it. Zucchero proseguirà il tour nel resto d’Europa, per tornare in Italia durante i mesi estivi in alcuni festival prestigios­i, come Estestate il 4 luglio all’Arena Castello Carrarese di Este.

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy