Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Galleria Comelico, la Provincia: «Si chiude solo con l’alternativa»
Domani summit decisivo, il presidente Padrin: non si può isolare un’intera vallata
«Il Comelico non può restare isolato». In vista del prossimo vertice in Prefettura con Anas, in calendario domani alle 11.30, il presidente della Provincia, Roberto Padrin, si fa portavoce di tutto il territorio e ribadisce il no alla chiusura, senza prima le alternative, della Galleria «Comelico» lungo la strada statale 52 «Carnica» per lavori di ammodernamento e messa in sicurezza.
Uno stop al traffico, seppur per quanto possibile parziale (con aperture a senso unico alternato di giorno e chiusura totale solo notturna) che darebbe un colpo mortale all’economia di un territorio già incuneato tra Alto Adige e Friuli, territori a statuto speciale, con tutto ciò che ne consegue.
Il vertice di domani potrebbe rivelarsi decisivo. Il rischio è che il tavolo salti, a causa delle rispettive posizioni di Anas e sindaci comeliani. La prima spinge per iniziare quanto prima i lavori di rifacimento della volta del tunnel. Un intervento da 60 milioni di euro giudicato improcrastinabile, date le pessime condizioni della struttura. Il cantiere, secondo ciò che comunicò Anas a dicembre, si sarebbe dovuto aprire già ad aprile. Ma la sollevazione popolare (a fianco delle amministrazioni civiche si sono mossi anche i cittadini, dando vita a due comitati civici) ha per ora fermato le ruspe, mentre si cerca di dare corpo alla soluzione alternativa: ripristinare la vecchia «strada della valle», che corre parallela al tunnel, in sponda sinistra del Piave.
Ecco il punto cruciale dell’incontro di domani. Anas si è detta disposta a valutare l’idea, ma è in attesa di un progetto di recupero, che è stato commissionato dai sindaci, ma non è ancora realtà.
Quanto sarà disposta ad attendere Anas? «Credo che una soluzione condivisa si troverà — sparge ottimismo Padrin — è nell’interesse di tutti».
Più cauto Giancarlo Ianese. Il presidente dell’Unione montana «Comelico» (e sindaco di San Nicolò) lascia intendere che il tempo delle promesse è finito. «Ne abbiamo sentite tante, da parte di tutti, ma per adesso non abbiamo ancora nulla di concreto in mano» chiosa laconico.
Il riferimento di Ianese va ai soldi stanziati sei anni fa per la galleria di Coltrondo. Circa 50 milioni di euro destinati inizialmente da Anas per la realizzazione del traforo e che poi sono stati di fatto congelati, in mancanza di passi concreti verso la sua realizzazione. «Quei soldi resteranno a disposizione del territorio» fa sapere Padrin. Ma c’è chi vorrebbe che venissero utilizzati, in parte, per sistemare l’altro grande problema viario della provincia, la strada provinciale 251 della «Val di Zoldo e della Val Cellina», la cui messa in sicurezza definitiva costerebbe circa 30 milioni di euro.
Grossomodo la stessa cifra che serve per la sistemazione della prima parte della «strada della valle», da Cima Gogna al tunnel Enel che porta dentro la galleria «Comelico».
«Ma di questi soldi finora non abbiamo certezza — insiste Ianese — ma solo le promesse, in primis dei nostri parlamentari». Intanto della vicenda si sta occupando anche il ministro bellunese Federico D’Incà.
Se ne saprà di più domani. La sensazione è che non finirà a tarallucci e vino: sindaci e rappresentanti dei comitati non sono disposti ad abbassare la testa. «Vedremo cosa uscirà dal vertice — commenta in chiusura Ianese — poi decideremo come procedere».