Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Tre tentati suicidi in una scuola, a Verona è allarme sul disagio L’Usl: «I casi sono in aumento» Convegno della questura sul tema: risposte coordinate
VERONA Tre tentativi di suicidio o presunti tali - gli ultimi a pochi giorni di distanza, il primo a dicembre - in un istituto scolastico di Verona. Martedì scorso, una studentessa di diciotto anni è stata trovata dai compagni in stato di semicoscienza in uno dei bagni della scuola: avrebbe ingerito ansiolitici in quantità eccessiva, non si sa se per errore o volontariamente. Prima, venerdì 22 aprile, un diciannovenne si è lanciato dal primo piano dell’istituto, per fortuna senza gravi conseguenze. A dicembre, come detto, c’è stato il volo dalla tromba delle scale di un’altra studentessa, sopravvissuta alla caduta. Nella scuola, manco a dirlo, è suonato un forte allarme: «Siamo preoccupati di questa situazione, che colpisce i nostri giovani», dice la mamma di uno studente, spiegando come i fatti siano emersi proprio dai racconti dei compagni arrivati per passaparola ai coetanei.
Le prime ricognizioni sul caso tendono a escludere sostrati di bullismo o violenza giovanile, propendendo invece per quella che gli esperti definiscono «ansia da prestazione»: un compito difficile, un’interrogazione, un brutto voto finiscono per disarmare alcuni caratteri in formazione; un crollo emotivo, a volte, avvicina la persona al gesto estremo. I docenti dell’istituto, convocati in consiglio straordinario dalla preside, hanno indicato tra le possibili concause di stress lo sconvolgimento delle relazioni sociali dopo due anni di pandemia, i timori per la guerra in Europa, il ruolo di amplificatore esercitato dai social (in particolare Tik Tok). Nel Veronese si conterebbero