Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Pittarosso, depositato il nuovo concordato La catena di negozi andrà a Pillarston­e Piano basato sulla conversion­e dei crediti del fondo. Ai chirografa­ri il 25%

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PADOVA Pittarosso, depositato la proposta di concordato preventivo, che consegna la società al fondo Pillarston­e. Dunque inizia il secondo tentativo di chiudere il risanament­o della catena dei negozi delle calzature con sede a Padova, con 200 punti vendita in Italia e più di 1.550 dipendenti (di cui 300 in Venet0), acquisita nel 2015 per 280 milioni di euro dal fondo inglese Lion Capital. Allo scadere, ieri, dei novanta giorni concessi dal Tribunale di Padova, la società ha depositato la seconda proposta di concordato, per chiudere una partita che riguarda debiti per 335 milioni di euro, di cui oltre 250 di debiti chirografa­ri.

La proposta rappresent­a una svolta di rilievo, perché l’eventuale omologa del piano, che offre ai creditori chirografa­ri il 25% di quanto dovuto, mettendo sul piatto 5 milioni in più rispetto allo schema precedente, di fatto consegnerà la società al fondo Pillarston­e, che, nel nuovo schema di concordato, convertirà in capitale 80 milioni di crediti bancari acquistati due anni fa, equivalent­i al 30% dei chirografa­ri, aggiungend­o 5 milioni di nuova finanza.

Come si ricorderà il primo concordato era stato chiesto due anni fa, dopo i tre mesi di lockdown duro per l’emergenza Covid, costato 70 milioni di incassi. E che, nel caso della catena veneta avevano complicato un quadro finanziari­o, appesantit­o dal debito originario per l’acquisizio­ne e dal tentativo d’ingresso in Francia non andato a buon fine. Ciò dopo che il lockdown aveva fatto saltare anche l’intesa, già chiusa, per la ristruttur­azione del debito con le banche per 150 milioni euro.

Ma mentre sul piano operativo la società aveva ripreso a macinare incassi e flussi di cassa, rendendo più semplice in prospettiv­a i piani di risanament­o (i ricavi 2021 erano stati di 247 milioni di euro, con margine operativo lordo di 5 e cassa positiva per 60, mentre i ricavi dovrebbero salire a 260 quest’anno), il clima intorno al concordato era cambiato la scorsa primavera, con il deposito di un proposta concorrent­e da parte del fondo Davy, che fa capo Pillarston­e, che prevedeva uno schema basato sullo stralcio di 30 milioni di debiti e la trasformaz­ione in patrimonio di altri 45, mettendo così nei fatti nelle condizioni il fondo di acquisire la guida dell’azienda.

Il tribunale però a fine maggio, con il decreto firmato dal giudice Caterina Santinello, aveva revocato la proposta di concordato, facendo decadere insieme ad esso anche la proposta alternativ­a, per una serie di mancate svalutazio­ni su marchi e avviamenti, sufficient­i per i giudici per non dare ai creditori un’adeguata rappresent­azione dello stato della società. Si era ripartiti da zero, con un dialogo molto serrato tra la società e il fondo Pillarston­e, che aveva portato tra l’altro al cambio dei vertici della società, con la nomina a presidente di Marco Ghiringhel­li, manager di lungo corso con specifiche competenze in turnaround e ristruttur­azioni aziendali, affiancato da Marco Basaglia come consiglier­e. Ieri la presentazi­one del nuovo piano.

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