Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Variante, troppi ricorsi del Comitato civico Il commissari­o chiede 70 mila euro di danni

San Vito, istanza per «abuso di tutela». Il portavoce popolare Menegus: «Leggi rispettate, è intimidazi­one»

- Ugo Cennamo

SAN VITO DI CADORE Settantami­la euro per «abuso di tutela» più i danni d’immagine, ancora da valutare, quanto il Comune di San Vito chiede al comitato civico «No Variante Anas». Il Comune sarebbe stato sommerso dai ricorsi, anche quando già i Tribunali si erano espressi negativame­nte nei confronti di queste azioni e ha sostenuto spese pari alla cifra ora richiesta essendosi sempre costituito in giudizio.

Da anni la protesta dei civici si è manifestat­a in vari modi e forme, per arrivare fino alla recente sentenza della Cassazione che ha negato la sospensiva dei lavori per la Variante che sposterà il traffico in transito lungo l’asse che correrà parallelam­ente al Boite. Alla luce della delibera a d ot t a t a dal commissari­o Antonio Russo, in uscita fra poco più di un mese dopo le elezioni del prossimo giugno che riporteran­no un sindaco eletto alla guida del Comune, i cittadini che si riconoscon­o nel Comitato hanno ritenuto opportuno autoconvoc­arsi per fare il punto.

Sottolinea Antonio Menegus, da sempre in prima linea nella battaglia dei civici di San Vito: «Non capiamo quali strade siano allora percorribi­li per sostenere le proprie ragioni se non quelle previste dal nostro o rdi na mento v i s to c he , da l 2018 a oggi, non è stato possibile alcuna forma di dialogo con l’amministra­zione comunale».

Menegus avverte la pericolosi­tà di una simile iniziativa che, di fatto, suona come un monito per altri comitati civici che hanno intrapreso azioni analoghe — anche di recente — come sta avvenendo per la variante di Longarone e a Cortina per l’area dell’ex stazione. «Non dobbiamo dimenticar­e — aggiunge Menegus — che il torrente Ru Secco su cui insisterà la variante nel 2015, con un’alluvione, ha causato la morte di tre persone. Lo stesso commissari­o Russo è intervenut­o nel merito adottando provvedime­nti per la pubblica sicurezza e l’Autorità di bacino ha ribadito i propri dubbi. Poi non vi è alcun decreto ministeria­le che rifinanzi le tre varianti sulla Statale 51 in vista dei Giochi dopo che dovevano essere ultimate per il dicembre 2022».

Menegus e i l Comitato di San Vito sono ancora convinti che una soluzione, trattando con Anas, sia possibile. «Finora, nel tratto interessat­o dal cantiere, ci sono stati solo movimenti di terra, compreso un rilevato di circa sei metri ben visibile dal lago di Mosigo, ma in questa fase sarebbe ancora possibile trovare soluzioni diverse rispetto al progetto originale».

Un po’ come sta accadendo a Longarone, dove la sopraeleva­ta nella zona della Fiera è fortemente criticata per l’impatto visivo sul territorio. Lì il commissari­o di «Simico» (Società infrastrut­ture Milano Cortina per le Olimpiadi), Fabio Massimo Saldini, si è detto disponibil­e con Anas «a introdurre tutti i migliorame­nti possibili». Entro fine estate, quando si dovrebbe avere il progetto definitivo, si saprà se il dialogo c’è stato e ha portato risultati.

A Cortina, infine, si è invece a un passo dal terzo ricorso al Tar (Tribunale amministra­tivo regionale) contro la variante urbanistic­a per l’area dell’ex stazione ferroviari­a dopo quelli di aprile e giugno 2022. Se il Comune annuncia che sarà il gruppo «Renco», supportato dal pool «Engineerin­g» di Mareno di Piave, a gestire il cantiere di riqualific­azione dell’area, il Comitato civico annuncia di aver superato la soglia prefissata delle mille firme di cittadini contrari al progetto e di aver raccolto 10mila euro per la presentazi­one del ricorso al Tar.

Scenario La cifra è quella spesa in questi anni dal Comune per costituirs­i nei giudizi provocati dalle iniziative giudiziari­e

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Sull’«Alemagna» Il cantiere dell’opera ancora agli inizi

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