Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Il ministro: «Più centrali idroelettriche»
Pichetto Fratin dagli Industriali: puliamo i bacini e riapriamo gli impianti chiusi
BELLUNO «Entro il 2030 dobbiamo soddisfare il fabbisogno energetico utilizzando per due terzi fonti rinnovabili e il restante fossili». Un’inversione di tendenza rispetto alla situazione attuale annunciata dal ministro per l’Ambiente e la Sicurezza energetica Gilberto Pichetto Fratin, ospite nella sede bellunese di Confindustria. «Il percorso — aggiunge il ministro — prevede la crescita dell’idroelettrico ripulendo i fondali delle dighe esistenti, costruendone di nuove nella fascia alpina e rimettendo in funzione quelle esistenti oggi inattive».
La ricetta di Fratin prevede anche altro: «Sfruttare il geotermico, ma anche fotovoltaico ed eolico. Però non possiamo coprirci di pannelli e di pale, dobbiamo rivalutare il nucleare». E solleva la questione del prezzo delle fonti energetiche. «Il problema — sottolinea — è che Paesi europei vicini hanno costi dimezzati, posso essere efficiente ma non sarò mai competitivo».
Un allarme quello del prezzo crescente delle fonti energetiche. A ribadirlo Lorraine Berton, la presidente di Confindustria Belluno Dolomiti. Il rischio è di assistere, nei prossimi anni, a una delocalizzazione di aziende leader che operano nel Bellunese. «Stabilimenti che potrebbero chiudere non per riaprire in altre aree del Veneto — ha sottolineato Berton — ma trasferirsi all’estero».
L’occasione per sollevare la questione la presenza del ministro a una tavola rotonda col sindaco del capoluogo, Oscar De Pellegrin e del presidente del Consorzio Bim, Marco St a unovo Pol a cco . «La s f i da energetica della montagna» il titolo dell’incontro, alla luce della recente creazione delle Cer ( C o munit à energetiche rinnovabili) per portare a una rete fra comuni in grado di sfruttare al meglio le potenzialità del territorio. Lo hanno sottolineato e ribadito sia De Pellegrin che Staunovo Polacco, evidenziando come l’originalità della scelta potrebbe rappresentare un progettopilota per altre province. Tutto questo, se Regione e governo faranno la loro parte, superando ostacoli burocratici e procedure che rallentano l’attuazione.
«Meno ideologia e più concretezza — ha affermato Berton — Consapevoli delle trasformazioni in atto, noi imprenditori pronti a fare la nostra parte ma i costi di questa transizione, necessaria e inevitabile, non ricadano su cittadini e imprenditori. Servono strumenti finanziari nuovi e contributi diretti».