Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Olimpiadi, a 6 anni dalla vittoria costi lievitati da 92 a 216 milioni
Con strade e riqualificazioni si arriva a 1,3 miliardi. Zaia: il Veneto ne guadagnerà 3
Nel dossier di Losanna c’erano solo le sei opere «olimpiche», ora sono diventate sedici
VENEZIA Quanto costano le Olimpiadi Milano-Cortina 2026? Secondo il dossier che vinse l’assegnazione a Losanna nel 2019, si sarebbero spesi 92,6 milioni per le sei «opere olimpiche». Oggi, invece, il «conto» è arrivato a 1,3 miliardi di euro. Di mezzo, però, c’è un ragionamento da fare perché non si sono moltiplicati solo i conti finali bensì anche le opere arrivate a essere 16. E in quelle dieci in più pesano tantissimo le opere stradali e ferroviarie: un miliardo tondo.
Eppure sono lievitati anche i costi delle «opere olimpiche» in senso stretto: dai 92 milioni di cui sopra, per quei sei interventi originari, si è arrivati a superare i 216 milioni. Come? Ad esempio col passaggio dalla «riqualificazione della pista da bob Eugenio Monti» (47,7 milioni) prevista nel dossier olimpico 2018 al nuovo Sliding Centre che di milioni ne costerà 124,7. La vecchia pista non era «riqualificabile» dato che lo stato dell’infrastruttura era ormai vicino a quello di un relitto e, soprattutto, perché l’inpianto per ghiacciare la pista non pote va essere ad ammoniaca bensì a glicole per evitare il rischio ambientale. Ma il bob non è l’unico «responsabile» nonostante le ben note vicende che hanno portato quasi a far traslocare le gare a Sankt Moritz proprio per il budget troppo «contenuto» secondo le ditte. Anche l’Arena di Verona, sede della cerimonia di chiusura, ha visto il conto finale passare da poco più di un milione a oltre 20. Qui il tema è quello dell’accessibilità dell’anfiteatro romano e le stime iniziali, evidentemente, sono state pesantemente riviste con un ampliamento, anche in questo caso, dell’intervento previsto.
Fin qui la parte che interessa al Cio ma, poi, la politica ha deciso e quasi interamente finanziato il resto, vale a dire le opere complementare. Ci sono, infatti, almeno altri due capitoli che nel dossier di Losanna non c’erano e afferiscono alla cosiddetta «legacy», l ’« eredità» che i Giochi lasceranno ai territori. Il primo prevede una serie di 4 interventi sull’abitato di Cortina. A partire dal «sistema integrato per la mobilità intermodale» che include l’impianto di risalita Apolonnio-Socrapes ma anche un parcheggio da 747 posti e un collegamento pedonale «veloce», una sorta di tapis roulant sul modello di quelli aeroportuali, per collegare il parcheggio al centro della cittadina ampezzana. Si tratta di un progetto di partnerariato pubblico privato finanziato con 127 milioni e mezzo. A cui si aggiungono tre riqualificazioni: immobili residenziali per mezzo milione, ex panificio per 7 milioni e ex piazza Mercato per 7,5 milioni.
Se questa è la «legacy» su Cortina, per l’intera montagna veneta, è in arrivo una rivoluzione trasportistica. Si riqualificano le stazioni di Longarone, Ponte Nelle Alpi, Belluno e Feltre ma, soprattutto, si realizzano le due varianti di Longarone e Cortina.
È questa l’evoluzione del dossier olimpico iniziale che, però, continua a far discutere. Nei giorni scorsi è andata in onda una puntata di Report che ha riacceso i riflettori sul tema con tanto di «giallo» e polemiche con il Mit, il ministero delle Infrastrutture, che ribadisce di aver fornito alla trasmissione tutti i dati richiesti (peraltro già pubblicati da tempo sul sito di Simico e recentemente riassunti in schede sintetiche). Report dice, invece, che l’e-mail non è mai arrivata. Di fatto, i costi delle Olimpiadi invernali di oggi sono gli stessi del 2023 quando il Dpcm Meloni ha aggiunto un miliardo circa (arrivando a mettere sul piatto 1,3 miliardi) per fronteggiare il caro materiali legato alla pandemia e alla guerra in Ucraina.
Fin qui la colonna delle spese ma, sottolinea il presidente della Regione, Luca Zaia, «Il Veneto, su questa partita che, fra opere, movimenti di Pile visibilità internazionale, vale fra i 2 miliardi e mezzo e i 3 miliardi di euro, sulle casse regionali pesa 23 milioni di euro. Il che vuol dire che è una partita assolutamente in attivo per noi. Basta pensare anche solo al fronte delle infrastrutture. E non dimentichiamo che ci sarà una grande visibilità per l’intera regione. Sono olimpiadi sostenibili perché diffuse, non resta che attendere il 6 febbraio 2026 per l’inaugurazione».