Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Corte dei Conti, aperto un fascicolo su tutti i collaudi del Consorzio «Spesi quasi 20 milioni di euro»
L’esposto era arrivato alla procura della Corte dei Conti a fine agosto, firmato dal Codacons. E chiedeva ai magistrati contabili di indagare su quell’elenco lunghissimo di consulenze date dal Consorzio Venezia Nuova negli anni, con una spesa di quasi un paio di decine di milioni di euro. Qualche settimana prima, infatti, a inizio luglio, sul Corriere della Sera era uscito un articolo di Sergio Rizzo, nel quale il giornalista esperto di sprechi pubblici aveva riferito che il Consorzio, solo per il Mose, aveva nominato ben 130 collaudatori, spendendo 14,2 milioni di euro, ma che se si estendeva il conto a tutte le opere realizzate in laguna dal pool di imprese, si saliva addirittura a 316 nomi per 19,8 milioni di euro.
Il viceprocuratore regionale Giancarlo Di Maio all’epoca aveva aperto un fascicolo sulla base della segnalazione dell’associazione, da tempo fiera avversaria del Mose, e stava per attivare la Guardia di Finanza i milioni spesi finora per completare 42 chilometri di marginamenti
Sono in corso indagini politiche e giudiziarie sulle bonifiche
per raccogliere le informazioni necessarie. In particolare per capire se quei collaudi fossero tutti necessari, ma soprattutto anche i criteri di composizione delle commissioni, visto che aveva fatto un po’ di scalpore da un lato che a volte venissero nominate persone che non erano dei tecnici del ramo, dall’altro che tra di loro ci fosse stato più volte un geometra, dunque
una persona non in possesso di un titolo di laurea. Ora però la vicenda prende un taglio ancor più specifico, dopo che la commissione parlamentare d’inchiesta sul ciclo dei rifiuti ha prodotto una relazione sui marginamenti di Porto Marghera – presentata in bozza, sarà votata lunedì nella sua versione definitiva – in cui sul tema dei collaudi non si usano
FIno a oggi sono stati eseguiti i marginamenti di 42 km di rive, con una spesa di 781 milioni, e mancano gli ultimi 3
La commissione ha però criticato il lavoro fatto, dicendo che è inutile se non verrà terminato mezzi termini.
L’opera, pur non completa (su 45 chilometri ne sono stati realizzati 42, ma quei 3 mancanti rischiano di compromettere il buon esisto di tutta la bonifica), è stata però collaudata a pezzi: 50 certificati parziali, pagati dai 3 mila ai 100 mila euro ciascuno, assegnati ad alti dirigenti della pubblica amministrazione. Ci sono dirigenti apicali della Regione Veneto come Roberto Casarin, Mariano Carraro, l’ex capo di gabinetto del ministero dell’Ambiente come Luigi Pelaggi e il direttore generale Mauro Luciani, Maria Adelaide Zito del Magistrato alle Acque. «Lì sono state distribuite un po’ di prebende. Con pretestuosità e inutilità, un mero sperpero di danaro pubblico», aveva commentato Alessandro Bratti, deputato del Pd e presidente della commissione. Il procuratore regionale della Corte dei Conti, Carmine Scarano, subito dopo le notizie di stampa, aveva proprio sottolineato come quello dei collaudi potesse essere un fronte di ipotetico danno erariale. «Aspettiamo l’invio della relazione», aveva spiegato. Ed è evidente che quei rilievi finiranno nel fascicolo già aperto dal collega Di Maio.
Sotto accusa