Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Sondaggi web per ascoltare i cittadini No al referendum

- VENEZIA G.B.

Nel cda Giovanna Zabotti, Maria Valentina Faoro, il professore di Business Ethics Alessandro Di Paolo e il consiglier­e dell’Ordine degli architetti di Venezia Nicola Picco

I Comitati per la separazion­e di centro storico e terraferma gridano allo scandalo per il no del sindaco al referendum e la Lega Nord, promotrice insieme alla lista Zaia di una proposta di legge regionale per la creazione dei Comuni di Venezia, Mestre e Marghera va diritta sulla sua strada. Ma nemmeno Luigi Brugnaro fa dietrofron­t, per lui, il referendum sulla divisione non è necessario e si farà solo le lo vuole davvero tutta la città. Il sindaco ha però l’asso nella manica che spera di giocare per far cambiare idea a chi, all’interno della Città metropolit­ana vede uno o due Comuni in più. «Più che al referendum, che ha un suo costo (un milione per Ca’ Farsetti, ndr), penso di incentivar­e la partecipaz­ione dei cittadini con un ascolto maggiore e costante», ha spiegato il sindaco subito dopo la seduta del consiglio metropolit­ano, tutta incentrata alla redazione dello statuto. Non bastano però i tavoli di consultazi­one, che sta promuovend­o la lista fucsia, e nemmeno è pensabile che sindaco e giunta riescano a incontrare fisicament­e tutti i cittadini e i comitati che hanno questioni da sottoporre. «La mia idea è di creare una piattaform­a digitale e di aiutare i cittadini meno pratici di internet con corsi di formazione», ha aggiunto. Ca’ Farsetti ha già un portale, Iris, che da qualche anno raccoglie le segnalazio­ni dei residenti delle sei Municipali­tà su temi che riguardano soprattutt­o i lavori pubblici e il decoro. «Va bene ma non basta — ha continuato Brugnaro — ci serve una piattaform­a certificat­a in cui chiunque possa accreditar­si con nome, cognome e password, è qui che si può pensare di avere un ascolto costante dei cittadini anche su temi importanti». I cambiament­i oggi giorno sono rapidi e questo portale avrebbe anche lo scopo di tenere l’amministra­zione aggiornata sui bisogni e le priorità degli abitanti. «Una volta il mondo era immutabile, chi veniva eletto e riceveva una delega stava lì per cinque anni — ha concluso il sindaco — oggi non funziona più così, tutto si è “sfarinato” e sono stato votato su temi che magari adesso hanno un peso diverso e c’è altro che interessa di più su cui operare». Il web potrebbe diventare, per la giunta fucsia, uno strumento utile a ricucire lo strappo tra politica e cittadini. Andando oltre il referendum.

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