Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Negli anni Ottanta vi fu una leggendari­a sfida tra McEnroe e Lendl al PalaOlimpi­a di Verona

- Lorenzo Fabiano

manager dell’agenzia americana Img Group e Sergio Palmieri organizzar­ono a Verona un incontro tra John McEnroe e Ivan Lendl. Non poteva però essere una cosa paciosa e tranquilla, la classica kermesse: infatti non lo fu. I due, a quel tempo rivali e nemici giurati, sempliceme­nte si detestavan­o. Il genio creativo e i nervi spesso scoperti dello Yankee opposti a un infallibil­e e indistrutt­ibile robot, simile a una creatura della Spectre. Forse nemmeno James Bond sarebbe riuscito a metterli d’accordo. E infatti quella sera di trent’anni fa successe di tutto. I due non fecero nulla per addolcire i loro rapporti, anzi. Reduci entrambi dal torneo che metteva in palio una racchetta di diamanti ad Anversa, Mc Enroe, che viaggiava in quell’occasione con la moglie Tatum O’Neil, i due figli ed una nurse, aveva preteso nel suo contratto anche un aereo privato per il trasferime­nto da Anversa a Verona. Lendl la prese male e chiese che lui e il suo coach potessero usufruire dello stesso aereo per raggiunger­e Verona. McEnroe, ben sapendo che l’altro si sarebbe infuriato, e provando godimento solo a stuzzicarl­o, rispose che per Lendl non ci sarebbero stati problemi, ma che il suo coach avrebbe dovuto prendere un aereo di linea. Apriti cielo. Finì con un giro di telefonate transocean­ico e con Lendl che si prese il passaggio in aereo quasi con la forza. Fu così, che i due senza nemmeno dirsi una parola arrivarono a Verona.

Finalmente arrivò il match con Lendl e McEnroe a scambiarsi sguardi di vero odio. Altro che esibizione! Il pubblico di Verona poté godersi uno dei set più spettacola­ri mai giocati, il primo, finito al tie-break. Riviviamo quei momenti grazie al racconto dello stesso Cino Marchese: «Sulla sedia dell’arbitro c’era Vincenzo Bottone, terrorizza­to da così tanto agonismo: cercava di rimanere concentrat­o e di non commettere errori, vista la tensione in campo. Sul 3-2 per McEnroe, si giocò uno scambio pazzesco che finì con una volée di Lendl molto vicino alla riga. Il pubblico esplose in un applauso che durò alcuni minuti; i due giocatori cambiarono campo e Bottone scandì il punteggio: 4-2 McEnroe. Lendl a quel punto esplose! Sicuro di avere conquistat­o il punto del tre pari, si scagliò come una furia contro il malcapitat­o Bottone che cercava invano nel suo maccheroni­co inglese di calmarlo. Lendl schiumava rabbia al solo pensiero di cedere di fronte all’odiato avversario. Alla fine si dovette arrendere, ma quella sera il pubblico di Verona fu testimone di uno spettacolo degno della finale di un grande torneo dello Slam». Una storia di tanti anni fa. Siamo tuttavia sicuri che McEnroe se la ricordi bene quella serata. E se questi sono i presuppost­i... il 20 novembre ne vedremo delle belle.

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