Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Arriva l’emendamento anti ladri
Il presidente della Commissione giustizia: «Caso Mattielli, il magistrato ha sbagliato a liberarlo»
Tutti contro la legge che permette ai vari Cris Caris, il bandito ferito da Mattielli e poi di nuovo colto a rubare, di evitare il carcere. Ma la legge è pronta a cambiare, come dice al Corriere del Veneto la presidente della Commissione Giustizia della Camera, Donatella Ferranti (Pd): «Entro l’estate il Senato approverà la riforma, pene più severe per furti in appartamento e rapine. E processi più veloci, con la revisione della prescrizione».
Dove c’è una società umana, lì c’è il diritto, dice il brocardo. Il guaio è che talvolta il diritto scricchiola: attualmente in Veneto, come abbiamo raccontato ieri, solo un furto su cento porta a una pena detentiva. Ed è ciò di cui, molto prosaicamente, ha approfittato Cris Caris, il ladro 31enne, già ferito nel 2006 dal rigattiere vicentino Ermes Mattielli (che per quello fu condannato), che la settimana scorsa, nonostante fosse stato colto di nuovo in flagranza di reato, è stato subito rimesso in libertà. Ma mentre tutti - forze dell’ordine in primis - puntano il dito contro la legge, la legge sta cambiando. E in modo sensibile, tanto che fatti come quello appena accaduto, potrebbero non ripetersi più. A dircelo è Donatella Ferranti, presidente Pd della Commissione Giustizia a Montecitorio, relatrice del Ddl governativo sul processo penale, che oggi, dopo l’approvazione
della Camera è in discussione in Senato.
Onorevole, concorderà che di fronte a decisioni come quella presa nei confronti di Caris si provi un senso di spiazzamento. Come state intervenendo?
«Certamente, è così. Ma bisogna reagire senza farsi trascinare dalla pancia. La prima cosa che vorrei dire è che all’interno del Ddl sono stati inseriti due emendamenti che riguardano l’aumento delle pene e la revisione della prescrizione. Sono i veri nodi del problema».
Partiamo proprio dalle pene. Troppo basse si dice...
«Per i furti in appartamento la pena passerebbe da un minimo di 2 anni a un massimo di 8 anni, a fronte dell’attuale forbice uno-sei anni. Di pari passo la pena per le rapine aumenterà nel minimo, da 3 a 4 anni. Sembra poco, ma in realtà è un cambiamento che ha effetti importanti sia in senso repressivo, che preventivo. Per esempio, si eviteranno patteggiamenti irrisori».
Il tema vero, tuttavia, potrebbe essere quello dei tempi della prescrizione. Verranno rivisti?
«Già, è questo il punto... Nel caso Mattielli siamo arrivati al paradosso che, mentre il processo a carico del rigattiere è andato spedito, concludendosi con la condanna; quello a carico del ladro è andato lungo, finendo con la prescrizione. Noi non vogliamo tanto allungare i tempi della prescrizione, quanto prevedere che essi vengano sospesi, almeno in caso di condanna di primo grado. Due anni di stop, così si aspetta il secondo giudizio. Però mi faccia dire una cosa...»
Prego.
«Vogliamo ricordare chi modificò nel 2005 la disciplina della prescrizione, dimezzandone i tempi? Fu proprio il centrodestra, con la ex Cirielli».
Anche sulla legittima difesa si discute. Il tabaccaio padovano Birolo dovrà sborsare oltre 300mila euro alla famiglia del ladro che lo voleva depredare (e che ha ucciso). «La Lega proprio oggi (ieri,
ndr) ha proposto un emendamento che prevede una presunzione di difesa legittima nel caso in cui il ladro entri in casa armato. Anche questa norma, tuttavia, non si sottrarrà all’interpretazione del giudice. Ciò che va risolto è il nodo del risarcimento: dovremmo trovare un modo per cui chi agisce in preda al panico non si trovi alla fine a pagare cifre simili».
Tornando a Caris, lei crede che il giudice abbia interpretato bene la legge, lasciandolo fuori dal carcere?
«Se non la detenzione, forse servivano almeno i domiciliari. È vero che Caris non aveva condanne in giudicato, ma in passato c’era comunque una prescrizione, cioè un reato. Va tenuto conto tuttavia che il giudice ha dato l’obbligo di presenza di dimora nelle ore notturne. Ora però la cosa importante è una sola: che il processo si celebri rapidamente, arrivando quando prima a una condanna».
E la riforma, invece, quando diventerà legge?
«Spero entro l’estate. Il ministro della Giustizia Andrea Orlando su questo è stato categorico. È una priorità».