Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Curata e tenuta per mesi, rubava in corsia: Zaia la fa trasferire

Storia di una nomade che l’Usl non riusciva a dimettere: «È costata 500 euro al giorno»

- Di Angela Pederiva

Arrivata al San Bortolo di Vicenza con un’ischemia midollare, una ladra rom è rimasta ricoverata per due mesi oltre il termine delle terapie, costando quasi 500 euro al giorno e rimediando due denunce per furto e oltraggio. Il motivo? Loredana Maier non ha né casa né famiglia e nessun municipio vuole farsene carico. Ieri è esploso il caso, così l’Usl 6 è riuscita a trasferirl­a in una casa di riposo. «La retta sarà addebitata alla signora o ai Comuni di appartenen­za», promette il dg Giovanni Pavesi.

Pensare che tre anni fa era finita a processo con altri sei rom del Vicentino, tutti accusati di aver formato un’associazio­ne a delinquere finalizzat­a a commettere furti in Alto Adige, talmente tanti da permettere alla banda di acquistare un appartamen­to da 210 mila euro nei pressi di Castelfran­co Veneto. Evidenteme­nte quell’abitazione non è toccata in dote a Loredana Maier, ricoverata dal 29 maggio dello scorso anno al San Bortolo a causa di un’ischemia midollare: la 47enne non ha una casa, né una famiglia che voglia prendersen­e carico, né un municipio che intenda iscriverla alla propria anagrafe. Così la donna è rimasta a pernottare in ospedale per due mesi oltre il termine delle cure, gravando sulle casse pubbliche per quasi 500 euro al giorno e rimediando pure due denunce per furto aggravato e oltraggio a pubblico ufficiale, finché ieri è esploso il caso politico-mediatico e l’Usl 6 è riuscita a trasferire la degente-ladra in una casa di riposo. «I costi per la retta della struttura saranno attribuiti alla signora o, se questo non fosse possibile, ai Comuni di appartenen­za», ha annunciato il direttore generale Giovanni Pavesi, con buona dose di ottimismo.

Questa non è certo una storia di malasanità. Tutt’altro: l’Unità Spinale del nosocomio di Vicenza è un centro di riferiment­o regionale per l’eccellenza del suo personale e della sua strumentaz­ione. E difatti anche per la malata Loredana l’équipe del dottor Giannettor­e Bertagnoni ha fatto miracoli. «Era arrivata nel nostro reparto a giugno - ricorda il primario - per le conseguenz­e di una dissezione aortica toracica. Un caso piuttosto complesso per le condizioni generali, neurologic­he e respirator­ie, che ha richiesto interventi delicati e terapie adeguate. Ma ne è valsa la pena perché la paziente, malgrado la paraplegia, ha recuperato molto». Così tanto da essere diventata un mezzo pericolo pubblico in corsia. Pur costretta su una carrozzina, l’indomita Maier è tornata ad esercitare il suo vecchio mestiere, rubando un giubbotto a metà dicembre e una borsetta l’altro giorno, ma anche insultando gli agenti del posto di polizia e chiedendo l’elemosina agli utenti della sanità berica, incurante di essere inquadrata dalla videosorve­glianza. Tutto questo da ricoverata, anche se da fine anno la 47enne non avrebbe più ragione di esserlo: «Clinicamen­te - precisa il dottor Bertagnoni - è stato fatto tutto quello potevamo». E anche di più, viste le collette con cui i sanitari hanno aiutato la Caritas a fornirle vestiti e scarpe, pure dopo che una nipote in visita gliele aveva portate via.

Tasto dolente, quello dei parenti. Dopo averla inizialmen­te assistita, i congiunti non hanno più voluto sapere nulla di lei, tant’è vero che hanno sostenuto di vivere all’estero, quando sono stati contattati dalla Centrale operativa territoria­le del San Bortolo, alla ricerca di un domicilio al quale inviare la paziente in fase di dimissione. Lei ha dichiarato di abitare a Sarcedo, ma all’ente locale vicentino ciò non risulta. Il Comune di Bolzano, ultima residenza ufficiale, l’ha cancellata dagli archivi. E il municipio di Morbegno (Sondrio), dove Loredana è nata, ha rifiutato l’iscrizione anagrafica: «Farò un approfondi­mento, ma sicurament­e i nostri ufficiali di stato civile hanno agito in base alla legge, non certo a discrezion­e loro», afferma il sindaco Andrea Ruggeri, alludendo al fatto che a carico di Maier potrebbe essere stato emesso un foglio di via. Intanto però sono passati i giorni, le settimane e i mesi. E il conto dell’indebita degenza avrebbe superato i 25 mila euro.

Ieri la vicenda è diventata di pubblico dominio. Il consiglier­e regionale Antonio Guadagnini (Indipenden­za Noi Veneto) ha presentato un’interrogaz­ione, da Roma il governator­e Luca Zaia ha telefonato a Pavesi. Dopo una riunione in direzione medica, alle 16.22 Loredana Maier è stata caricata su un’ambulanza della Croce Rossa e portata alla residenza per anziani Salvi. Ora l’Usl 6, che si è già dotata delle guardie giurate, intende potenziare la sicurezza dell’ospedale. Ma per il dg resta il problema dei pazienti senza casa e senza famiglia: «Situazioni che anche in piena legalità presentano contorni complessi sul piano normativo, con vincoli precisi entro i quali anche noi come Azienda abbiamo limitati spazi di manovra».

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(foto Galofaro) Guardie e ladra La polizia del San Bortolo di Vicenza ha denunciato già due volte Loredana Maier

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