Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Istrionica e sfrontata «In fronte non ho scritto Gioconda, mi chiamo Maier...»
Sorridente, istrionica, sfrontata. Sdraiata su una barella, Loredana Maier sta per essere dimessa. E davanti all’obiettivo del fotografo, la 47enne manda baci di sarcasmo.
Signora, le hanno trovato una sistemazione?
«Eh, pare proprio di sì».
Perché non ha una casa sua?
«Perché sono matta».
Non ha una famiglia?
«Non c’è nessuno. C’era mio padre, che però è morto. Poi basta».
Ma stava così bene in ospedale?
«Sì. Mi hanno curata bene, sa? Solo che, a parte gli scherzi, la dottoressa mi ha detto che finché ho i formicolii alle gambe non posso camminare. Ma come mai mi fate tutte queste foto?».
È diventata famosa qui dentro.
«Perché andavo a rubare? Però io a rubare non ci sono mai andata... ahahah... lasciamo stare perché sennò dovrei dire una brutta parola sui carabinieri».
Le telecamere però l’hanno ripresa.
«La borsa? Come hanno rubato a me il marsupio, così ho rubato io a loro.
Così siamo pari, uno paga per tutti».
Vuole forse dire che è lei la vittima di furto?
«Sì, vittima di furto, mi hanno rubato tutti i documenti, c’è anche la denuncia. Se uno ruba a me, pagano gli altri, così siamo pari. Tra i due litiganti il terzo gode».
È vero che addirittura chiedeva l’elemosina durante il ricovero?
«Lo facevo apposta per i carabinieri, sì, così imparano che qui (si tocca la fronte con la mano, ndr.) non c’è scritto “Gioconda”, c’è scritto “Maier”».
Lo sa che la sua degenza è costata quasi 500 euro al giorno, pur non avendone più bisogno?
«Sì, lo so. Ma i soldi non sono un problema per me».
In che senso, scusi?
«Nel senso che ne ho tanti... ahahah».
Vedo che non perde mai il sorriso...
«Sì, perché vinco solo io».
Buon viaggio, allora.
«Grazie».