Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Porto Marghera riparte il Tavolo L’idea di un’Authority
Dopo mesi di inattività, si è rimesso in moto ieri il Tavolo su Porto Marghera in Regione. Alla sua maniera e cioè con un immediato rinvio: ci si rivede «tra una decina di giorni» ma stavolta, assicura l’assessore con delega alle Bonifiche Roberto Marcato, «dev’essere per forza quella buona. Basta convegni, seminari, proiezioni di qui al 2030. O il Tavolo passa alla fase operativa oppure è meglio gettare la spugna e chiedere al governo di indicare un commissario. Sarebbe però una sconfitta per tutti noi, di
cui dovremo rendere conto ai veneti».
Il Comune di Venezia, rappresentato dall’assessore allo Sviluppo economico Simone Venturini, si è offerto di guidare la fase di transizione che, nelle intenzioni del Tavolo, dovrebbe portare alla creazione di un’Authority, un’unico ente autorizzatorio che dall’ambiente all’urbanistica passando per l’edilizia permetta di semplificare le elefantiache procedure burocratiche che oggi tra Regione, Comune, Porto e Provveditorato alle opere pubbliche finiscono per sfiancare anche i più volenterosi. Il tema, oltre che da Marcato, è stato posto dal Comune e da Confindustria Venezia che con il direttore generale Carlo Stilli ha poi indicato altre cinque priorità: prevedere facilitazioni che rendano «conveniente» per le imprese insediarsi o rimanere a Porto Marghera; concludere il percorso per il riconoscimento di Porto Marghera come «Area di Crisi Complessa», il che permetterebbe di accedere ai fondi messi a disposizione dal ministero dello Sviluppo economico (sul punto ha insistito anche Venturini); ripensare il progetto Pif «che potrebbe essere gestito come
un’infrastruttura atta a garantire una migliore salute pubblica con oneri a carico di tutti i cittadini dell’area» e non solo delle imprese; completare i marginamenti e le opere di drenaggio della falda; infine, dare consistenza all’Apea (l’area ecologicamente attrezzata) con vantaggi per le imprese anche nell’accesso alle infrastrutture dell’area. Il Comune ha chiesto anche che la Città metropolitana possa acquisire competenze (e relative risorse) dell’ex Magistrato alle acque, ora Provveditorato alle opere pubbliche, e che Porto Marghera esca dalla perimetrazione del Sito di Interesse Nazionale (Sin).
«Dal tavolo politico che convocherò a tamburo battente - chiude Marcato - dovrà uscire un cronoprogramma strettissimo. Dovremo inoltre interloquire con i ministeri dell’Economia e dell’Ambiente, da un lato per la portata economica che quest’area rappresenta e dall’altro perché dobbiamo assolutamente terminare quei 3 chilometri di marginamenti che mancano e rischiano di inficiare tutta l’attività».