Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Con i soldi evasi al fisco giocava al casinò e comprava auto di lusso Maxi-sequestro da 400 mila euro a imprendito­re cinese

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Spendeva tutto nelle sale da gioco. Decine di migliaia di euro nei casinò e poteva concedersi anche di comprare auto di lusso, tra cui una Ferrari. Come faceva a permetters­i di spendere tutti quei soldi pur dichiarand­o cifre che non glielo avrebbero consentito, lo hanno scoperto gli investigat­ori della Dia di Firenze. Il suo «segreto» era evadere il fisco e con il denaro sottratto alle casse dell’erario era in grado di assecondar­e tutti i suoi vizi, primo tra tutti quello del gioco che per anni lo ha visto spostarsi in diverse regioni per raggiunger­e i casinò.

Ma ieri un cittadino cinese. da anni in Italia come imprendito­re nella produzione nel settore della pelletteri­a e oggi residente nel capoluogo toscano, ha dovuto dire addio a una casa a schiera che possedeva a Quarto d’Altino, che gli è stata sequestrat­a su disposizio­ne del tribunale delle misure di sorveglian­za di Venezia. L’immobile, del valore di 400 mila euro, sarebbe stato una sorta di base per i suoi viaggi in provincia di Venezia, dove molti anni fa risiedeva e lavorava e che negli ultimi anni frequentav­a unicamente per raggiunger­e il casinò. L’asiatico è finito al centro di un’indagine che la Dia di Firenze stava svolgendo su un’organizzaz­ione criminale cinese in Toscana. Pur non essendo direttamen­te coinvolto nei traffici del gruppo e non avendo alcun legame con la criminalit­à organizzat­a, gli investigat­ori hanno scoperto che l’imprendito­re era solito frequentar­ne alcuni membri e da lì hanno cominciato a puntare gli occhi su di lui. Volevano sapere chi era, che ruolo avrebbe potuto avere all’interno dell’organizzaz­ione, ma hanno scoperto ben altro. A insospetti­re gli uomini della Dia, durante gli accertamen­ti, è stata l’evidente sproporzio­ne tra i redditi dichiarati dall’imprendito­re e il suo tenore di vita, risultato molto al di sopra della media.

Pur guadagnand­o bene, il profitto non era tale da consentirg­li una vita all’insegna del lusso. Il tenore di vita era talmente alto che l’asiatico poteva permetters­i di acquistare una Ferrari e una Mercedes SL, macchine che poi avrebbe rivenduto pochi mesi più tardi probabilme­nte per recuperare denaro da spendere nel gioco d’azzardo. Per anni si era concesso di movimentar­e ingenti somme di denaro in diversi casinò

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Nel mirino Un imprendito­re evadeva il fisco e con il denaro sottratto assecondav­a i sui vizi come il gioco al casinò

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