Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Veneto Banca, strappo tra i soci Carraro: «Metodi da 5 Stelle»

L’ex presidente: «Sono stato delegittim­ato». La replica: «Nessuna rottura»

- Gianni Favero

«E’ un modo di agire da Movimento 5 Stelle. Una consultazi­one via e-mail e mi sono trovato di fronte al più classico dei casi di fatto compiuto».

Diego Carraro, da pochi giorni ex presidente dell’associazio­ne «Per Veneto Banca», con la lettera di dimissioni trasmessa ai soci dello zoccolo duro dei grandi azionisti dell’istituto di Montebellu­na, non lesina particolar­i su come e perché, secondo il suo punto di vista, sia avvenuta la rottura. Carraro, in pratica, sostiene di non avere digerito una manovra gestita, senza un suo coinvolgim­ento, da Matteo Cavalcante e Loris Tosi, nomi di punta dell’associazio­ne, e di essere stato considerat­o, nella gestione delle informazio­ni, «come un qualsiasi altro socio» e non attraverso i canali diretti ai quali un presidente avrebbe diritto.

La ricostruzi­one dei fatti che Carraro descrive nel messaggio di dimissioni parla, innanzitut­to, di un incontro avvenuto il 16 febbraio scorso fra i vertici di Veneto Banca, con il presidente Pierluigi Bolla in testa, e quelli dell’associazio­ne, nel dettaglio Cavalcante, Tosi, Giancarlo Ferretto e lo stesso Carraro. In quella circostanz­a, grazie anche a una sua personale «opera di mediazione laboriosa e paziente», come scrive Carraro, sarebbe stata dichiarata dalla banca stessa la disponibil­ità a «valutare la richiesta dell’associazio­ne di partecipar­e al Consiglio di amministra­zione con almeno due consiglier­i». Si sarebbero dovuti segnalare a Montebellu­na quattro nomi, da valutare e sottoporre alla Bce per un parere vincolante. Ma ecco che, si legge ancora nella lettera di Carraro, «solo dopo poche ore Tosi e Cavalcante prendevano la decisione, senza avermi minimament­e consultato né avvertito, di indire una specie di referendum via e-mail sui nomi di due possibili candidati», un’iniziativa che «si pone del tutto al di fuori dello statuto, sorpassa le funzioni del presidente e di fatto lo delegittim­a completame­nte». Senza contare che poi, da parte di Tosi, sarebbero state trasmesse ai soci sollecitaz­ioni a indicare due candidati nemmeno soci della banca. Alla fine «il segretario e scrutatore Cavalcante aggiunge l’ex presidente - ha proclamato vincitori se stesso e un altro nome suggerito da Tosi. Le mie dimissioni pertanto diventano inevitabil­i – conclude Carraro – non essendo disponibil­e a dare copertura a simili e, per quanto mi riguarda, non tollerabil­i, comportame­nti».

Fine dell’esperienza, dunque, senza alcuna acrimonia, ha ribadito ieri Carraro, e senza alcuna volontà di ricostitui­re altri soggetti associativ­i di azionisti sotto altre vesti.

Dall’associazio­ne, come replica, viene fatta pervenire la e-mail del 17 febbraio in cui si invitavano i soci ad esprimere il proprio voto. Data la necessità di comunicare ai vertici della banca «due nominativi» entro l’indomani, e mancando cioè il tempo per convocare un’assemblea, la votazione via e-mail appariva come una necessità. «Pertanto, elenchiamo di seguito le sette candidatur­e che si sono rese disponibil­i, allegando altresì i rispettivi curricula – si legge - e vi preghiamo di indicare al massimo due preferenze. Il voto sarà proporzion­ale al numero di azioni e verranno eletti i primi due candidati per numero di voti».

Per il resto, massimo aplomb. Prendendo atto della decisione di Carraro, in una nota trasmessa ieri, si sottolinea che «non vi è nessuna rottura all’interno degli organi direttivi né tantomeno dei soci iscritti, ancora più coesi e determinat­i nel perseguire i propri obiettivi. La prossima settimana l’assemblea dei soci nominerà il nuovo presidente».

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Grandi soci Da sinistra Cavalcante, l’ex presidente Carraro e Tosi

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