Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Venezia, la Prefettura limita le sale slot
Pronto il regolamento, minimo 300 metri da scuole e parchi. La guerra dei residenti
VENEZIA Nel solo Comune di Venezia ci sono 384 licenze per l’azzardo. E le macchinette pullulano anche in tutto il resto della provincia. Sulle slot c’è un vero e proprio allarme da tempo, come dicono i dati dell’Usl 12 (i ludopatici sono raddoppiate in 5 anni) e come lamentano i residenti, sempre più sulle barricate contro la nascita di nuove sale. Ora a mettere un argine è la Prefettura, che ha quasi finito il regolamento: niente aperture a meno di 300 metri da scuole e parchi.
Ci sono i bar, con le loro macchinette «gioca un euro vincine al massimo 100». E poi ci sono le sale, quelle in cui le slot machine si chiamano «Vlt », associate a un videoterminale e connesse a un jackpot nazionale, e con cui si può vincere molto di più (fino a 500 mila euro) ma soprattutto si può giocare molto di più (anche 500 euro). La Prefettura li ha censiti tutti: nel solo comune di Venezia le licenze per il gioco d’azzardo sono 384. Quasi 400 locali in cui si punta e si tenta la fortuna. Ma continuano ad aprire. A Mestre ne arriveranno presto altre due, di sale slot, una in via Rampa Cavalcavia e una in via Verdi. I residenti da settimane fanno capire come la pensano, organizzandosi in comitati per protestare contro la realizzazione di locali che certo non alzano la qualità della vita del quartiere e portano con sé effetti collaterali, dalle ludopatie allo strozzinaggio.
E’ anche per questo diffuso allarme sociale e per non lasciare soli i sindaci che tentano di arginare il dilagare della sale che la prefettura di Venezia ha deciso di intervenire. Dopo mesi di lavoro in collaborazione con il Serd e le associazioni di categoria, è pronto il regolamento che sarà presentato a giorni, prima di essere inoltrato a tutti i Comuni. Il regolamento stabilisce che le nuove sale da gioco debbano essere realizzato a più di 300 metri dai luoghi «sensibili»: scuole, ospedali, case di riposo, musei, parchi. Saranno previsti, inoltre, orari più rigidi per le aperture: le sale slot potranno aprire dalle 10 alle 13 e dalle 17 alle 20, le aree gioco dei bar dalle 12 alle 19.30. I regolamento non costituirà un obbligo per i Comuni, ma sarà una indicazione di massima con l’intento di uniformare i parametri diversi adottati finora da molte delle 44 amministrazioni della Città metropolitana. Venezia, per esempio, ha un regolamento adottato dal commissario Vittorio Zappalorto (ma non ancora approvato dal Consiglio comunale) che prevede una distanza di 500 metri dai luoghi sensibili. A Mira il Consiglio comunale ha fissato a 500 metri la distanza minima da scuole, parchi, luoghi di culto e a 300 metri quella dal centro storico. Il sindaco di Santa Maria di Sala Nicola Fragomeni, con un’ordinanza poi ripresa anche dai suoi sei colleghi del Miranese, ha previsto oltre alle limitazioni d’orario, l’obbligo di esporre cartelli sul pericolo di dipendenza da gioco, di verificare che il giocatore sia maggiorenne e soprattutto sanzioni fino a 500 euro per chi non si adegua. Proprio in questo week end polizia, carabinieri e finanza hanno controllato 105 locali della provincia e multato tre bar con slot che non esponevano i cartelli con i giochi proibiti o i cartelli sui rischi correlati al gioco.
La prefettura ha deciso di dare una linea comune, regole uguali per tutto il territorio, anche se alla fine la decisione finale spetta ai sindaci. Nello sforzo di avere la maggior collaborazione possibile, la Prefettura ha coinvolto anche le associazioni di categoria, visto che i gestori del tutto neofiti non sono tanti.«La maggior parte viene dal mondo delle sale giochi: gli anni ‘80 sono finiti e Pac Man e Street Fighter non vanno più di moda, siamo dovuti passare ai giochi a premi», spiega Mauro Vettorello, presidente veneto del Sapar, associazione nazionale sezione apparecchi per pubbliche attrazioni ricreative. Chi vuole aprire una sala slot deve costituire una società o una ditta individuale, iscriversi ai monopoli di Stato, chiedere un confronto con un concessionario (sono tredici quelli autorizzati) e l’autorizzazione alla questura. «Quanto si guadagna? Per le macchinette da bar bisogna togliere il 74% del reso al cliente (cioè le vincite) a cui bisogna aggiungere un 13 % di tasse, che con la nuova finanziaria arriveranno al 18. In pratica su mille euro, il guadagno è di 77 euro da dividere tra esercente, concessionario e barista. Per le Vlt, invece, la commissione è del 2,3%, ma gli incassi qui sono molto più alti». Gli operatori sono abbastanza scettici sull’efficacia del regolamento annunciato dalla prefettura. «Sarebbe meglio aspettare la conferenza StatoRegioni – dice Vettorello – per non avere parametri diversi da quelli nazionali. Repressione e regolamentazione? Si investa anche sulla formazione, perché l’esercente si professionalizzi: solo così avremo un maggior controllo sui rischi dei nostri clienti».